un’oretta interessante

E’ ogni volta uno dei momenti più interessanti dei “Raduni” quello che vede i partecipanti tutti riuniti nell’aula conferenze della Caserma. Ogni volta i militari in servizio preparano per noi “EX” una raccolta diversa di documentazione che va dalla Storia, al presente e anche al futuro del tipo di lavoro che riguarda i Reparti. Con spiegazioni, delucidazioni e proiezioni si può rivedere l’evoluzione della specializzazione che ci aveva visto coinvolti.
I passi da gigante della tecnica ma anche il cambiamento delle mansioni che hanno riguardato, e che continuamente riguardano, le Trasmissioni e non solo ma tutto il nostro Esercito. Quello moderno, professionale di oggi, pur nelle ristrettezze economiche che vive la Nazione, ha saputo mantenere e ancor più innalzare i livelli di capacità che vengono talvolta invidiate anche dal mondo del lavoro privato. Questo “briefing” che ci riunisce, ogni volta assorti come scolaretti, è sempre stato apprezzato anche dai giovani (molti sono i figli e talora nipoti) che, venuti come ospiti, hanno avuto l’occasione unica di “entrare” in un mondo a loro totalmente sconosciuto. Un ringraziamento caloroso all’Organizzazione e al personale in servizio è quindi obbligatorio e sentito!!

Raduni, vediamo cosa c’è in “soffitta”…

old 0Quella dei “Raduni” è anche una buona occasione di aver tra le mani “vecchi arnesi” che alcuni tra i partecipanti usarono nel loro fatidico periodo “trasmissivo”. Molto bene hanno fatto i responsabili della Caserma a mantenerne alcuni esemplari per dare una “profondità storica” ai giovani e far toccare loro con mano che anche, e sopratutto, nei tempi passati la possibilità di creare collegamenti tra i Reparti era una cosa tutt’altro che semplice.
Il materiale esposto non è molto e le foto che lo riprendono non sono proprio dedicate ma cercheremo nei prossimi anni di migliorare tale documentazione…

…e allora vien voglia di andare a cercare qualcosa di quel che ai tempi ci veniva dato da studiare..

….eh già!!

a proposito di vecchi apparati…

Ecco dei reperti veramente eccezionali segnalati dall’amico Sandro Grossetti, ACS della 1° Compagnia 1°/’70 e da anni appassionato radioamatore:   
Un telegrafo e un telefono da campo sono stati raccolti dalla nonna di un mio commilitone nei primi giorni successivi alla ritirata di Caporetto iniziata quel tremendo 24 ottobre 1917.
   
Questo è successo in una località nei pressi di Ragogna, Udine, dove si svolse appunto la “Battaglia di Ragogna” nella quale alcuni reparti furono impegnati nel tentativo di ritardare la rapida avanzata degli Austro-Tedeschi verso il fiume Tagliamento.
Contemporaneamente, pochi chilometri più a sud, a Pozzuolo del Friuli, il Reggimento “Lancieri di Novara” caricava a cavallo armato di lance e spade.
Per noi, della vecchia Folgore e della De Dominicis, il nome “Lancieri di Novara” è particolarmente significativo, ma a Pozzuolo si sacrificarono anche il Reggimento “Genova Cavalleria” e la Brigata “Bergamo”.

Di questi avvenimenti si può trovare documentazione nei seguenti link:
La Battaglia di Ragogna, La Battaglia di Pozzuolo del Friuli e nell’interessantissimo sito Itinerari della Grande Guerra.

Le Trasmissioni, oggi..

Per coloro che volessero confrontare i propri ricordi con l’attuale situazione relativamente agli apparati in dotazione, potrà averne un certo quadro nel corso di ogni Raduno. Si tratta di certamente di un’occasione molto particolare quella di per poter visitare i laboratori e porre domande al personale in servizio.
laboratoriolaboratorio 2
La visita a questi settori, per motivi facili da comprendere, non può essere documentata ma si può riportare la sensazione che se ne riceve che è sicuramente di una elevata professionalità e di un’ottima organizzazione. E’ chiaro che, nell’epoca quasi del 5G, il continuo aggiornamento e un’assidua ricerca sono alla base dell’efficienza delle trasmissioni che si è resa sempre più necessaria per il collegamento dei reparti e per la riuscita dei disegni operativi. E l’efficienza è strettamente legata alla capacità di “manutenzione” e di riparazione degli apparati di dotazione, che sono sempre più complessi; è una capacità che si acquisisce con anni di esperienza e corsi teorico-pratici.
E l’Arma delle Trasmissioni oggi è anche divisa in due specialità: telematica e guerra elettronica; la telematica si occupa dei collegamenti sia tattici sia strategici e delle contromisure elettroniche, sia in patria sia nei teatri operativi; guerra elettronica si occupa delle intercettazioni delle comunicazioni nemiche e del disturbo delle stesse (un reparto con questo compito era già ben attivo durante la 2° guerra mondiale).
All’attuale 184° Battaglione tutti gli auguri possibili dagli ex-folgotrasmettitori!!

Parliamo del servizio militare…

Se oggi siamo a parlare di De Dominicis, di Battaglione, di Folgore o di Trasmissioni è perché tanti anni fa condividemmo con tanti altri italiani un periodo della nostra gioventù che lasciò un chiaro segno nella nostra memoria e che per molti, compreso lo scrivente, fu anche determinante per il successivo svolgersi della vita. A quei tempi, solo una parte dei partecipanti aveva “scelto” di effettuare quella esperienza ma per i più quello era stato un “obbligo”, la leva, imposto dallo Stato, ossia l’insieme di tutti i cittadini, a tutti i giovani di “impegnare” un periodo per imparare, in modi e luoghi diversi, a “difendere” la comunità.
Per coloro che non seppero accettare quell’idea, il periodo fu una sofferenza incompresa ma nei ricordi di molti resta invece come un’opportunità di imparare cose diverse, in luoghi e ambienti altrimenti irraggiungibili e, perché no, anche fare conoscenze dell’animo umano e anche di stringere amicizie che sarebbero rimaste nel tempo.

Ma ricordiamo un po’ come erano organizzate le cose…
– Il servizio militare di leva obbligatorio in Italia fu istituito nello stato unitario italiano con la nascita del Regno d’Italia, confermato poi con la nascita della Repubblica italiana, ed è stato in regime operativo dal 1861 al 2004, per 144 anni.
Il personale militare di leva percepiva durante il servizio un’indennità modificata nel corso degli anni e di importo variabile a seconda dell’arma, del corpo di inquadramento e delle funzioni svolte.  Il servizio prestato è sempre stato valido ai fini pensionistici.
Sino al 1964, la ferma era di 18 mesi per Esercito/Aeronautica e 24 mesi per la Marina.
A seguito dell’emanazione della prima legge 15 dicembre 1972 n. 772  si ebbe per la prima volta una disciplina dell’obiezione di coscienza nonché l’istituzione del servizio civile obbligatorio, alternativo e sostitutivo a quello militare. Inizialmente il servizio civile obbligatorio aveva una durata maggiore rispetto al servizio militare, poi via via fu equiparata mentre il rapporto fra il numero di persone che svolgevano i due tipi di servizio si attestava sulla parità e fu progressivamente svincolata da particolari requisiti, ad esempio, di natura religiosa. Intanto il periodo di ferma obbligatorio era stato progressivamente ridotto:

  • dal 1964 ferma di 15 mesi per Esercito/Aeronautica e 24 mesi per la Marina
  • dal 1976 ferma di leva di 12 mesi per Esercito/Aeronautica e 18 mesi per la Marina, e rispettivamente 15/18 per gli ufficiali di complemento;
  • dal 1987 ferma di leva di 12 mesi per Esercito/Aeronautica/Marina e 15 mesi per gli ufficiali di complemento;
  • dal 1997 ferma di leva di 10 mesi per Esercito/Aeronautica/Marina, 12 mesi nell’Arma dei Carabinieri quale Carabiniere ausiliario e 14 mesi per gli ufficiali di complemento.

Ma sempre, nel 1997, viene presa un’altra decisione significativa per quanto riguarda i rapporti con la “discendenza” del Battaglione Trasmissioni Folgore (ricordiamo che già il 31 ottobre 1986 la Divisione Folgore era stata sciolta).
La legge del 30/12/1997 sancisce infatti la costituzione dell’Arma delle Trasmissioni
comprendente 11 reggimenti, ripartiti in un Comando Trasmissioni ed Informazioni, e 2 Brigate oltre alla componente trasmissioni dei Reparti Comando, e dal 1999 articolata su due specialità: specialisti in telematica e specialisti in guerra elettronica. Questo che significa? … per esempio banale: una persona diventava ragioniere e andava a lavorare in banca dalla quale poi dipendeva; uno diventava trasmettitore poi andava alla Folgore dalla quale dipendeva; ora uno diventa trasmettitore e dipende dalle Trasmissioni, punto.

Ma torniamo all’organizzazione generale:
Intanto, dal 1995 con l’immissione in servizio dei militari in ferma biennale, si parlerà di “salario” dei militari. Poi, un impulso decisivo al superamento della leva obbligatoria, si ebbe nell’agosto del 1999 con la morte di Emanuele Scieri della Brigata paracadutisti “Folgore” del Centro Addestramento di Pisa. Sulla vicenda, che ebbe un certo impatto sull’opinione pubblica e ci furono  interrogazioni parlamentari e, il 3 settembre 1999 fu approvata una legge che doveva avviare il superamento della coscrizione obbligatoria ma anche un’altra, emanata il 16 marzo 2000,  che prevedeva invece l’introduzione del servizio militare femminile volontario,.
La legge 331 del 14/11/2000 fissò poi la graduale sostituzione dei militari in servizio obbligatorio con volontari, anche se solo in determinati casi, poiché la norma non aboliva radicalmente l’obbligo del servizio militare previsto dalla Costituzione (ma ora considerato solo in caso di emergenza). L’ 8 maggio 2001 si introdussero modifiche sul rinvio per motivi di studio, su disposizioni per gli ufficiali e altre norme arrivando a stabilire che le chiamate fossero sospese dal 1º gennaio 2007. E, infine, la sospensione delle chiamate per lo svolgimento del servizio di leva venne anticipata a decorrere dal 1º gennaio 2005 con la 226 del 23/08/2004..

fine della “naja”… è il momento del congedo

… e nelle cartellette preparate per i congedanti troviamo questi “pensierini” ad essi dedicati;
frase Frasca b
arcangelo 2 arcangelo 1frasi congedo 3frasi congedo 1frasi congedo 2frasi Frasca

…forse un pò troppo retorici?… beh! possiamo ora affermare che, con il passare degli anni e delle esperienze di vita, tante cose si vedono e si giudicano in modo diverso e alcune affermazioni dei nostri “vecchi”, cui da giovani non avevamo dato peso, poi invece prendono importanza… buon congedo e BUONA VITA A TUTTI!!

e i Trasmettitori della Folgore ricorderanno per sempre Treviso…

Treviso-GonfaloneQuesta bella cittadina veneta che ci accoglie tutti gli anni, vive nei nostri ricordi di giovani che scorrazzavano per le sue vie sciamando dalle caserme e affollando i suoi bar, i cinema, le trattorie (dove si integravano i pasti serviti in mensa che non erano proprio “luculliani”), i giardinetti, le osterie (dove si consumavano patatine fritte con litri di “Clinton”), e la stazione (per qualche giretto domenicale magari non proprio autorizzato). E in questa città ognuno di noi ha vissuto almeno o un’estate caldissima o un inverno freddo (in camerate senza riscaldamento) e brumoso (immersi nella nebbia, le ore di guardia notturne sembravano non passare mai) ma poi la Via dei Lancieri di Novara Treviso viacon quattro passi ci portava in un Centro Città pulito e animato da una popolazione allegra e laboriosa.
Guardando le targhe apposte nelle vie, qualcuno di noi già ricordava la lunga e gloriosa storia di Treviso, fin dall’antica Tarvisium, ai giorni nostri. E come non ricordare che dopo i primi bombardamenti aerei ricevuti, con gran spavento, addirittura durante la prima guerra mondiale, ce ne fu uno nel 1944 tra i più tremendi subiti in Italia:

Il bombardamento a tappeto avvenne il 7 Aprile 1944, giorno di venerdì santo.
L’incursione degli aerei alleati durò 7 minuti a partire dalle 13.24 e, benché preceduto dalle sirene d’allarme, fu devastante. 159 Fortezze Volanti (scortati da altrettanti caccia Thunderbolt), Bombe treviso 7 -stazione primaBombe treviso 6 -stazionesganciarono circa 2.000 bombe, con probabile obiettivo la stazione, ma che si sparsero su gran parte della città, distruggendo e incendiando interi quartieri: 3783 edifici distrutti e le macerie continuarono a fumare per due settimane. Le cifre sui morti sono discordanti, ma non furono meno di 1000 nella sola città e comuni limitrofi (123 bambini in località Santa Maria del Rovere) ma molti dei corpi restarono a lungo sotto le macerie e non si seppe il numero dei morti tra i militari tedeschi, presenti in circa 5.000 unità e distribuiti in varie zone della città. E poiché a questo bombardamento ne seguirono altri, alla fine della guerra i morti ufficialmente furono 1600 (molti dei quali nei rifugi antiaerei vulnerabili per bombe da 500 kg) e la distruzione o danneggiamento fu di oltre l’80% del patrimonio edilizio, compresi i principali Bombe treviso 00 -pal300Treviso -Piazza-Signorimonumenti storici e artistici.
Ogni anno il tragico evento viene ricordato in piazza dei Signori da autorità civili, religiose e militari e, mentre la bandiera viene lasciata a mezz’asta durante tutta la giornata, la campana del cosiddetto Campanòn dea Piassa (la Torre Civica) suona a lutto per 7 minuti dalle 13,24, durante i quali si interrompono le attività cittadine.”

Chi non si ricorda Villa Margherita?

Alzi la mano chi non ha mai fatto guardie a Villa Margherita…

Villa Margherita wVilla Manfrin detta Margherita è ubicata nella frazione di Sant’Artemio, lungo la SS13, ora gestita dall’Istituto Regionale Ville Venete; è un edificio del secondo ‘700, progettato dall’architetto veneziano Giannantonio Selva (autore anche del Teatro La Fenice) per volontà dell’imprenditore Girolamo Manfrin. La denominazione “Margherita” è dovuta a Margherita Lichtenberg, nobildonna inglese che ne fu a lungo proprietaria. L’edificio si dispone su tre livelli, con una facciata sviluppata in lunghezza; lo stile è neoclassico, con il frontone centrale e i piccoli timpani che sovrastano le monofore del piano nobile e il portale, anch’esso al piano nobile, raggiungibile attraverso due scale a gomito, che lo collegano direttamente al giardino antistante, dov’è presente una fontana decorata da elementi scultorei.
Internamente, nelle sale più importanti, sono conservati degli stucchi.
Tra gli annessi della villa vi sono due barchesse che danno al complesso una disposizione a U, essendo perpendicolari alla facciata posteriore dell’abitato. Il grande giardino, ben curato e dotato di peschiera, è arricchito dalla presenza di numerose statue.
Fino al 1986 fu sede del Comando di Divisione della Folgore e poi del Distretto Militare e, fino al 2014, sede della Divisione Unità Mobili dei Carabinieri.
Oggi è chiusa al pubblico tranne che da maggio a luglio quando è possibile visitarla grazie ai Gruppi FAI Giovani del territorio. Il suo ampio parco è però pubblico, aperto a tutti, e sede di vari eventi estivi. Guardando le vecchie foto di Treviso si vede questo edificio, le carrozze, i cavalli, e rappresenta quindi una memoria storica della città.

villa margherita e militMa per noi giovani di allora, la mente da tutt’altra parte, la descrizione è ben diversa (da fb pubblici):

– dicembre ‘67- febbraio ‘68 passati alla de dominicis poi trasferito di stanza a Villa Margherita, sempre a TV. Caspita è passata una vita… ma li rimpiango.
– Noi facevamo servizi di guardia molto spesso al comando trasmissioni in una località chiamata villa margherita che a differenza di una caserma tradizionale non aveva mura di cinta ma una recinzione metallica all’interno di un parco dove transitavano diverse gnocche ….e spesso dedicavo loro “l’attenti a……..”.
– la “caserma” di cui non ricordi il nome era il distretto militare di Treviso, io ero del 2°/95 e lo facevamo pure noi il furgone blu ed ogni tanto feste degli ufficiali, poi c’era il centralino in disuso …. da cui chiamavi casa 😉
– 5 mesi a villa margherita niente coda per mangiare, permesso fino alle 23, la ronda di artiglieria ci fermava regolarmente ma restava fregata dato il permesso, se punito uscivi da villa margherita, licenze a rotazione senza passare dal comandante di compagnia! ‘na pacchia!
– A villa Margherita c’era un corpo di guardia non male, ben riscaldato e con tv a colori.

E poi un vivo ricordo: cominciava finalmente a schiarire dopo una notte gelida di guardia; aldilà del muro di cinta a nord si percepiscono delle voci; si drizzano le orecchie perché nel ’67, anche se non vi erano in giro grosse tensioni (ma c’era il Vietnam, la guerra dei sei giorni, la cortina di ferro, la Süd-Tiroler Freiheit, ecc.), non si mai…; ma poi… tranquilli… erano le donne del paese che si recavano di buon’ora a fare il bucato nel torrentello, pulitissimo, che scorreva a fianco della strada oltre il muro… poverette, al freddo e altro che lavatrice!! Un bel richiamo al sacrificio che ti faceva sentire fortunato.

Sempre Trasmettitori… ma in tempi diversi!

albergo dedo lanzano Da qualche parte, qualcuno… ma certamente un “giovane” del 184°, ha postato questa immagine della DeDo.
Concetto chiaro e condiviso.

Si va beh, cara “burba”!… ma… letti singoli e non a castello, telo disteso e non ripiegato, armadietti e pure con chiave, camera con porte e magari riscaldata e magari con tutti i vetri sani… ma di che albergo si trattava perché noi ragazzi degli anni ’60 l’avremmo prenotato subito e ci saremmo anche stati più volentieri!!

Scopriamo poi che, nei tempi più recenti, alla DeDo i militi avevano a disposizione una palestra e giocavano a pallavolo!! Possiamo assicurare che negli anni ’60, per il Battaglione Trasmissioni Folgore, la palestra non c’era ma anche se ci fosse stata, con tutte le manovre sempre in corso, sarebbe rimasta vuota!
L’unica alternativa “sportiva” era il campo di calcio spelacchiato dove, ad ogni caduta, la sbucciatura era garantita!
Eppure, ai tempi, c’era nella 2° Compagnia chi ne sarebbe stato felice perchè, alla Scuola Trasmissioni della Cecchignola, aveva preso 5 gg di licenza premio per aver vinto il Campionato di Presidio (allora con 30.000 militari, compresa una Compagnia Speciale Atleti) di pallavolo… e la squadra era formata quasi completamente dalla 7° O.P.R…

…eh! …i trasmettitori di una volta…

una volta c’erano dei trasmettitori che per far giungere i messaggi dovevano “pedalare”…
trasmettitore old 1… invece quelli della “Folgore”, più intrepidi e volonterosi, i messaggi li portavano direttamente a piedi… o almeno così sembra dalla foto!!nella foto uno splendido esempio di nome Orazio Rivetti… (riconoscibile durante i raduni per il noto tentativo di travestimento con basco nero – vedi profilo Facebook – con la scusa di essere un “pezzo grosso” dell’ANGET!) e una postina del 1916

ante fuori 1 (5) rid…Ma ecco, dopo tanti anni, che anche lui si è dato al “ciclismo”…