Curiosità: Il “giuramento” del soldato

esercito romano 0Il primo giuramento militare è raccontato da Tito Livio e si tratta di un antico rito sannita del 293 a.C.
In una valle del Sannio, Aquilonia, in seguito ad un bando di leva per la seconda guerra sannitica contro Roma, vi sono raccolti sessantamila uomini. Nell’accampamento viene innalzato un tempio (un recinto chiuso ai quattro lati e coperto da un panno di lino) dove il sacerdote, un certo Ovio Paccio officia un sacrificio cruento di animali (ripetendo un rituale celebrato dai Sanniti nell’impresa militare per la conquista di Capua agli Etruschi). Celebrato il sacrificio, il Comandante convoca davanti all’altare, ad uno ad uno, i più nobili e coraggiosi fra i convenuti. A ciascuno viene chiesto di giurare il silenzio su quanto visto e udito. Dopo di che, ciascuno viene obbligato anche a giurare fedeltà al Comandante pena la morte sua, dei suoi parenti e della sua stirpe, promettendo solennemente di combattere ovunque fosse mandato, di non allontanarsi dalla schiera e di uccidere chiunque volesse fuggire.
Alcuni tra i primi chiamati, frastornati, tentano di rifiutare ma vengono ammazzati dai centurioni che presidiano l’adempimento del rito; i loro cadaveri, con le carcasse degli animali sacrificati, giacciono accanto all’altare, come monito per gli altri che seguiranno.
Fra coloro che hanno prestato giuramento, il Comandante designa poi dieci uomini e affida loro il compito di scegliere ciascuno un altro e così via, fino a formare un corpo di sedicimila uomini.
Questo procedimento, detto Vir virum legere, diverrà tipico dei romani. In epoca successiva, tale giuramento, unito alla funzione sacramentale, assumerà il nome di sacramentum militiae e i milites romani saranno chiamati anche “sacrati”: con il giuramento solenne si legavano per sempre al Comandante e con il rito sacro ricevevano un supplemento di forza, di coraggio e di purezza.

…e sul “Giuramento” vedi anche l’altro articolo