fine della “naja”… è il momento del congedo

… e nelle cartellette preparate per i congedanti troviamo questi “pensierini” ad essi dedicati;
frase Frasca b
arcangelo 2 arcangelo 1frasi congedo 3frasi congedo 1frasi congedo 2frasi Frasca

…forse un pò troppo retorici?… beh! possiamo ora affermare che, con il passare degli anni e delle esperienze di vita, tante cose si vedono e si giudicano in modo diverso e alcune affermazioni dei nostri “vecchi”, cui da giovani non avevamo dato peso, poi invece prendono importanza… buon congedo e BUONA VITA A TUTTI!!

e i Trasmettitori della Folgore ricorderanno per sempre Treviso…

Treviso-GonfaloneQuesta bella cittadina veneta che ci accoglie tutti gli anni, vive nei nostri ricordi di giovani che scorrazzavano per le sue vie sciamando dalle caserme e affollando i suoi bar, i cinema, le trattorie (dove si integravano i pasti serviti in mensa che non erano proprio “luculliani”), i giardinetti, le osterie (dove si consumavano patatine fritte con litri di “Clinton”), e la stazione (per qualche giretto domenicale magari non proprio autorizzato). E in questa città ognuno di noi ha vissuto almeno o un’estate caldissima o un inverno freddo (in camerate senza riscaldamento) e brumoso (immersi nella nebbia, le ore di guardia notturne sembravano non passare mai) ma poi la Via dei Lancieri di Novara Treviso viacon quattro passi ci portava in un Centro Città pulito e animato da una popolazione allegra e laboriosa.
Guardando le targhe apposte nelle vie, qualcuno di noi già ricordava la lunga e gloriosa storia di Treviso, fin dall’antica Tarvisium, ai giorni nostri. E come non ricordare che dopo i primi bombardamenti aerei ricevuti, con gran spavento, addirittura durante la prima guerra mondiale, ce ne fu uno nel 1944 tra i più tremendi subiti in Italia:

Il bombardamento a tappeto avvenne il 7 Aprile 1944, giorno di venerdì santo.
L’incursione degli aerei alleati durò 7 minuti a partire dalle 13.24 e, benché preceduto dalle sirene d’allarme, fu devastante. 159 Fortezze Volanti (scortati da altrettanti caccia Thunderbolt), Bombe treviso 7 -stazione primaBombe treviso 6 -stazionesganciarono circa 2.000 bombe, con probabile obiettivo la stazione, ma che si sparsero su gran parte della città, distruggendo e incendiando interi quartieri: 3783 edifici distrutti e le macerie continuarono a fumare per due settimane. Le cifre sui morti sono discordanti, ma non furono meno di 1000 nella sola città e comuni limitrofi (123 bambini in località Santa Maria del Rovere) ma molti dei corpi restarono a lungo sotto le macerie e non si seppe il numero dei morti tra i militari tedeschi, presenti in circa 5.000 unità e distribuiti in varie zone della città. E poiché a questo bombardamento ne seguirono altri, alla fine della guerra i morti ufficialmente furono 1600 (molti dei quali nei rifugi antiaerei vulnerabili per bombe da 500 kg) e la distruzione o danneggiamento fu di oltre l’80% del patrimonio edilizio, compresi i principali Bombe treviso 00 -pal300Treviso -Piazza-Signorimonumenti storici e artistici.
Ogni anno il tragico evento viene ricordato in piazza dei Signori da autorità civili, religiose e militari e, mentre la bandiera viene lasciata a mezz’asta durante tutta la giornata, la campana del cosiddetto Campanòn dea Piassa (la Torre Civica) suona a lutto per 7 minuti dalle 13,24, durante i quali si interrompono le attività cittadine.”

Chi non si ricorda Villa Margherita?

Alzi la mano chi non ha mai fatto guardie a Villa Margherita…

Villa Margherita wVilla Manfrin detta Margherita è ubicata nella frazione di Sant’Artemio, lungo la SS13, ora gestita dall’Istituto Regionale Ville Venete; è un edificio del secondo ‘700, progettato dall’architetto veneziano Giannantonio Selva (autore anche del Teatro La Fenice) per volontà dell’imprenditore Girolamo Manfrin. La denominazione “Margherita” è dovuta a Margherita Lichtenberg, nobildonna inglese che ne fu a lungo proprietaria. L’edificio si dispone su tre livelli, con una facciata sviluppata in lunghezza; lo stile è neoclassico, con il frontone centrale e i piccoli timpani che sovrastano le monofore del piano nobile e il portale, anch’esso al piano nobile, raggiungibile attraverso due scale a gomito, che lo collegano direttamente al giardino antistante, dov’è presente una fontana decorata da elementi scultorei.
Internamente, nelle sale più importanti, sono conservati degli stucchi.
Tra gli annessi della villa vi sono due barchesse che danno al complesso una disposizione a U, essendo perpendicolari alla facciata posteriore dell’abitato. Il grande giardino, ben curato e dotato di peschiera, è arricchito dalla presenza di numerose statue.
Fino al 1986 fu sede del Comando di Divisione della Folgore e poi del Distretto Militare e, fino al 2014, sede della Divisione Unità Mobili dei Carabinieri.
Oggi è chiusa al pubblico tranne che da maggio a luglio quando è possibile visitarla grazie ai Gruppi FAI Giovani del territorio. Il suo ampio parco è però pubblico, aperto a tutti, e sede di vari eventi estivi. Guardando le vecchie foto di Treviso si vede questo edificio, le carrozze, i cavalli, e rappresenta quindi una memoria storica della città.

villa margherita e militMa per noi giovani di allora, la mente da tutt’altra parte, la descrizione è ben diversa (da fb pubblici):

– dicembre ‘67- febbraio ‘68 passati alla de dominicis poi trasferito di stanza a Villa Margherita, sempre a TV. Caspita è passata una vita… ma li rimpiango.
– Noi facevamo servizi di guardia molto spesso al comando trasmissioni in una località chiamata villa margherita che a differenza di una caserma tradizionale non aveva mura di cinta ma una recinzione metallica all’interno di un parco dove transitavano diverse gnocche ….e spesso dedicavo loro “l’attenti a……..”.
– la “caserma” di cui non ricordi il nome era il distretto militare di Treviso, io ero del 2°/95 e lo facevamo pure noi il furgone blu ed ogni tanto feste degli ufficiali, poi c’era il centralino in disuso …. da cui chiamavi casa 😉
– 5 mesi a villa margherita niente coda per mangiare, permesso fino alle 23, la ronda di artiglieria ci fermava regolarmente ma restava fregata dato il permesso, se punito uscivi da villa margherita, licenze a rotazione senza passare dal comandante di compagnia! ‘na pacchia!
– A villa Margherita c’era un corpo di guardia non male, ben riscaldato e con tv a colori.

E poi un vivo ricordo: cominciava finalmente a schiarire dopo una notte gelida di guardia; aldilà del muro di cinta a nord si percepiscono delle voci; si drizzano le orecchie perché nel ’67, anche se non vi erano in giro grosse tensioni (ma c’era il Vietnam, la guerra dei sei giorni, la cortina di ferro, la Süd-Tiroler Freiheit, ecc.), non si mai…; ma poi… tranquilli… erano le donne del paese che si recavano di buon’ora a fare il bucato nel torrentello, pulitissimo, che scorreva a fianco della strada oltre il muro… poverette, al freddo e altro che lavatrice!! Un bel richiamo al sacrificio che ti faceva sentire fortunato.

Sempre Trasmettitori… ma in tempi diversi!

albergo dedo lanzano Da qualche parte, qualcuno… ma certamente un “giovane” del 184°, ha postato questa immagine della DeDo.
Concetto chiaro e condiviso.

Si va beh, cara “burba”!… ma… letti singoli e non a castello, telo disteso e non ripiegato, armadietti e pure con chiave, camera con porte e magari riscaldata e magari con tutti i vetri sani… ma di che albergo si trattava perché noi ragazzi degli anni ’60 l’avremmo prenotato subito e ci saremmo anche stati più volentieri!!

Scopriamo poi che, nei tempi più recenti, alla DeDo i militi avevano a disposizione una palestra e giocavano a pallavolo!! Possiamo assicurare che negli anni ’60, per il Battaglione Trasmissioni Folgore, la palestra non c’era ma anche se ci fosse stata, con tutte le manovre sempre in corso, sarebbe rimasta vuota!
L’unica alternativa “sportiva” era il campo di calcio spelacchiato dove, ad ogni caduta, la sbucciatura era garantita!
Eppure, ai tempi, c’era nella 2° Compagnia chi ne sarebbe stato felice perchè, alla Scuola Trasmissioni della Cecchignola, aveva preso 5 gg di licenza premio per aver vinto il Campionato di Presidio (allora con 30.000 militari, compresa una Compagnia Speciale Atleti) di pallavolo… e la squadra era formata quasi completamente dalla 7° O.P.R…

…eh! …i trasmettitori di una volta…

una volta c’erano dei trasmettitori che per far giungere i messaggi dovevano “pedalare”…
trasmettitore old 1… invece quelli della “Folgore”, più intrepidi e volonterosi, i messaggi li portavano direttamente a piedi… o almeno così sembra dalla foto!!nella foto uno splendido esempio di nome Orazio Rivetti… (riconoscibile durante i raduni per il noto tentativo di travestimento con basco nero – vedi profilo Facebook – con la scusa di essere un “pezzo grosso” dell’ANGET!) e una postina del 1916

ante fuori 1 (5) rid…Ma ecco, dopo tanti anni, che anche lui si è dato al “ciclismo”…

…e quante manovre!

Assunta dal 15 ottobre 1945 la denominazione di Divisione leggera di fanteria “Folgore”, è stata una Grande Unità dell’E.I. e ha costituito per un quarantennio una delle colonne delle unità operative del 5º Corpo d’Armata, la più sostanziosa delle strutture poste a difesa della frontiera nord orientale dell’Alleanza Atlantica...
Ma, per poter essere efficienti, le esercitazioni sul campo, le “manovre”, negli anni ’60 erano all’ordine del giorno.passi manovrebuoni prelievo manovre
E, tra una e l’altra, a far manutenzione agli apparati e ripulire i cavi infangati. Certo per i più era decisamente meglio essere sul territorio anche con neve o caldo afoso piuttosto che restare in caserma addetti ai servizi, come p.es. la guardia di notte ai muri perimetrali.
Sandro Grossetti in uno scritto su Fb, ne ricorda alcune del suo periodo (1970):
19 – 26 Agosto aggregato alla caserma Gradisca d’Isonzo (GO) per collegamento con Squadrone Cavalleggeri di Saluzzo in manovra ad Amaro (UD). Qui il mio primo collegamento in telegrafia. La caserma è stata per un periodo CIE ora CARA, purtroppo.
30 Sett.- 7 Ott. Gradisca d’Isonzo (GO) – aggregato alla caserma del 33° Artiglieria
per la manovra che si è svolta ad Avisopoli presso Portogruaro (VE) e Manzinello (UD),
19 – 23 Ottobre Santa Maria la Longa (UD) – Manovra NATO “Black Wedow”,
Rientrato al battaglione il 23, il giorno successivo 24 si ripartirà
E posta l’immagine:

“L’autoradio con cui sono
uscito molte volte,
lo shelter degli anni ’70
“.

della quale riportiamo alcuni interessanti commenti:

Lillo Alessio: – STANAG 4411, il famoso porcellino OM CL.
Sandro Grossetti: – STANAG abbreviazione NATO di Standardization Agreement, pensavo si riferisse solo alle armi.
Gianni Cortinovis: – 4411 era lo Stanag del BTG TRS nel ‘68 tutti gli automezzi lo avevano.
Francesco Maino: – 4411 anche nel 74/76.
Pasquale Grotta: – Ciao Sandro, non ci conosciamo perché alla DeDo sono stato in officina da luglio ’73 a luglio ’74; la cosa che mi ha colpito nella foto è quel fregio “4411 con stemma Folgore” sull’OM alle tue spalle perché di quelli ne avevo dovuto allora ripristinare tanti.

Nel 1844 erano Telegrafisti, poi dal 1901 Marconisti, infine nel 2000 restano i Radioamatori…

La storia umana è ricca di esempi di “telegrafi” (ossia trasmissione a distanza di dati “codicizzati”) ma tutti ottici (ossia “visibili” dal ricevente); dopo la scoperta dell’elettricità (la pila di A.Volta è del 1799) le cose cominciano a cambiare. trasmettitore old 2Bisognerà attendere ancora qualche decennio per avere una maggior dimestichezza con il fenomeno, per l’utilizzo di conduttori in rame, di isolatori in ceramica, ecc. e per arrivare all’invenzione di S.Morse, che, riassumendo le esperienze di numerosi ricercatori in tutto il mondo, riuscì nel 1844 ad effettuare il primo collegamento telegrafico, su unico cavo e utilizzando il codice da lui studiato, tra Washington e Baltimora. Nel giro di pochi anni tutti i paesi si dotarono allora di impianti telegrafici, utilizzando anche posti relè, fino ad arrivare al primo collegamento intercontinentale nel 1866 tra Irlanda e Canada. Gli studi di M.Pupin ridurranno poi progressivamente le perdite di segnale nel percorso.
Nuovo impulso nel 1875 quando Baudot perfeziona l’hardware elettromeccanico per trasmettere il suo codice (binario a 5 cifre, precursore dell’attuale codice informatico ASCII) che verrà migliorato nel 1897 con il passaggio a nastro perforato.
Nel 1883 inizia la distribuzione di C.A. a 50 o 60 Hz dando luogo alla “guerra delle correnti” ma rendendo facilmente fruibile l’utilizzo di energia elettrica.
Da notare però che le prime radio potevano solo inviare segnali on/off e quindi adatte a trasmettere e ricevere solo il codice Morse perché nei primi sistemi era assente la sintonia, ossia la “canalizzazione“. Qualunque segnale veniva ricevuto da tutte le stazioni alla sua portata, con problemi di riservatezza, di interferenze e di volume dei messaggi ricevuti.
Nel 1888 H.R. Hertz inventa un “circuito oscillante” che genera onde elettromagnetiche e scopre la loro possibilità di essere “trasmesse”.
frequenze radioNikola Tesla realizza nel 1898 la prima trasmissione di segnali a distanza in etere (una barchetta a motore viene radiocomandata, con trasmissione multicanale, a oltre 100 km; ma l’invenzione, troppo in anticipo sui tempi, non viene compresa).
Dopo vari esperimenti iniziati nel 1895 e il suo brevetto della “radio” del 1897, Guglielmo Marconi nel 1901 effettua la prima trasmissione telegrafica senza fili attraverso l’Atlantico. L’innovazione salverà centinaia di persone in mare comprese quelle del 15 aprile 1912 per l’affondamento del Titanic.
Nel 1906 hanno successo i primi tentativi di trasmissione della voce umana quando R.Fessenden scopre la possibilità di “modulare” in ampiezza (AM) un’onda radio trasmessa, che verrà quindi definita “portante”, con un segnale audio. La trasduzione del segnale acustico in elettrico era già disponibile dopo l’invenzione del telefono (1871 Meucci – 1876 Bell).
Con un progressivo rapido perfezionamento degli apparati necessari (trasmettitori, ricevitori, antenne, cavi, ecc.) il 30 maggio 1924 Marconi realizza la prima trasmissione della voce umana fra Poldhu, in Inghilterra, e Sydney, in Australia; il 6 ottobre 1924 alle 21, Maria Luisa Boncompagni annuncia la messa in onda della prima trasmissione radiofonica in Italia per l’Unione Radiofonica Italiana.
Mentre la trasmissione di dati, che in quegli anni stimola la ricerca per aumentarne la velocità e ridurne i costi, porta allo sviluppo della telescrivente, simile alla macchina da scrivere (diffusasi già nel 1878), su cui l’operatore compone il testo da inviare. I caratteri digitati, automaticamente codificati con il codice Baudot vengono trasmessi e il segnale, ricevuto e riconvertito, viene direttamente stampato su un rotolo di carta. Negli anni trenta si sviluppa quindi la rete di telecomunicazione “Telex“, specifica per telescriventi e in grado di commutare automaticamente le comunicazioni; l’antesignana della moderna Rete Internet.
trasmettitore old -Etiopia 1936Per le trasmissioni audio via etere, nel 1935 Edwin H. Armstrong inventa la “modulazione di frequenza” (FM); in questo modo il segnale audio ricevuto risulta più immune da disturbi generati dall’apparato radio o da altri apparati elettrici o da elettricità atmosferica. E già si comincia a sperimentare la trasmissione di segnali televisivi e si studia l’utilizzo di onde radio per sistemi radar.
E la radiotelegrafia? Oggi è un’attività desueta; non è più utilizzata né per le comunicazioni ufficiali (dal 1º febbraio 1999 l’utilizzo in ambito marittimo non è più obbligatorio, in suo luogo c’è l’uso della tecnologia digitale GMDSS), né per radioamatori (dal 1988 l’esame non la comprende più), né dall’esercito (nel 1991 è stata chiusa la relativa scuola di specializzazione a S.Giorgio a Cremano).
Eppure, rimane in Italia come nel mondo una comunità poco nota di radioamatori che la usa tuttora come un social network, sfruttando comunque la sua capacità di raggiungere lunghe distanze utilizzando poca potenza.

Scuola Trasmissioni alla Cecchignola

Spatia Devinco Disiuncta Coniungocaserma perotti romacaserma perotti planimetria
caserma perotti cartolinaNegli anni ’60, con la leva a 15 mesi, la maggior parte dei militari di uno scaglione, terminati i due mesi di CAR, raggiungeva direttamente il Battaglione dove, tramite corsi interni, “imparava” il suo incarico, di trasmettitore o altro,  in seno all’Esercito.
Altri, come gli AUC, gli ASC e gli AS arrivavano invece alla DeDo dopo sei mesi di istruzione nelle Scuole Trasmissioni.
Altri ancora, gli “specializzati“, dopo i due mesi di CAR, prima di giungere al Battaglione venivano inviati alle Scuole Trasmissioni dove frequentavano quattro mesi di corso per acquisire la “specializzazione” (che avrebbe in seguito comportato anche la bellezza di Lire 20 in più nella ricca diaria di Lire 127).
Gli AUC, gli ASC, gli AS, tutti gli “specializzati” della 2° Compagnia (O.P.R. e G.E.) e i RM della 1°  Compagnia del nostro Battaglione sono passati quindi tutti dalla Scuola Trasmissioni della Cecchignola, allora “città militare”, alla periferia sud di Roma, la nostra vecchia caserma “Perotti“.
Vacanze Romane” dirà qualcuno… col cavolo… in quella caserma enorme tra continui servizi, studio ed esercitazioni si perdeva ancora più peso che al CAR; peso che si cercava di recuperare in libera uscita nelle trattorie in città a Roma (ma ci si metteva più di un’ora per andare e altrettanto per tornare).
Benché nell’E.I. fin dal 1861 vi fossero militari che si occupavano dei collegamenti, solo nel secondo dopoguerra fu fondata la prima “Scuola” dedicata ad essi. Dopo un passaggio a Nocera Inferiore e poi a Bracciano, questa trova infine sede a Roma nella ex Caserma Genova Cavalleria (guarda il caso!) che diventa Caserma Generale Perotti. L’unità era dapprima inglobata nella Scuola del Genio, ma diventa nel 1953 la “Scuola Trasmissioni” dei nostri vecchi tempi.
caserma perotti cartolina nuovaIl parco materiali era allora costituito da apparati di produzione inglese o statunitense, ma negli anni Settanta l’industria nazionale torna a produrre proprie apparecchiature e mezzi di comunicazione, migliorando i rapporti con il nostro EI e la formazione dei suoi Quadri; negli anni successivi poi, la galoppante evoluzione tecnologica dei sistemi di telecomunicazione e l’avvento delle trasmissioni digitali e satellitari rendono obsoleti nel giro di pochi anni i nostri vecchi telefoni e radio e altrettanto indispensabile una ben più profonda professionalità.
La nostra vecchia Perotti è oggi la “Scuola delle Trasmissioni e Informatica”.

Scuola Trasmissioni a San Giorgio Cremano

caserma cavalleri s-g-cremano 2caserma cavalleri s-g-cremano 4
La Scuola Trasmissioni della Cecchignola era stata aperta da circa due anni, quando, nel luglio 1948, alcuni suoi Ufficiali e Sottufficiali ricevono il compito di attivare un analogo centro di addestramento a San Giorgio a Cremano, periferia sud di Napoli, nella nuovissima caserma Antonio Cavalleri. L’unità assume ben presto la denominazione di “Scuola Specializzati delle Trasmissioni” e comincia sfornare militari specializzati in varie materie (Radiomontatori, Marconisti, Telescriventisti, Radiofonisti, Centralinisti) caserma cavalleri s-g-cremano 3
In quegli anni, la trafila degli specializzati “napoletani” era analoga a quella descritta per militari, ufficiali e sottufficiali della Scuola “romana” (militari prima al CAR poi al corso e i  graduati invece direttamente alla Scuola prima di raggiungere il Battaglione). Diversamente da quelle specializzazioni però, quelle che arrivavano da San Giorgio a Cremano, tranne i Radiomontatori, venivano alla De Dominicis inseriti nella 1° Compagnia. Quest’ultima,  almeno per un certo periodo, risultò più “corposa” della 2° (80/90 elementi contro 50/60). E’ possibile che questo fosse determinato dalla necessità di coprire con quelle specializzazioni i turni necessari di servizio presso il Comando dell’intera Divisione di Villa Margherita, per il quale i collegamenti erano ovviamente essenziali.
Visto il milite in fotografia, non è sbagliato dire che molti della DeDo impararono a “battere” alla “Cavalleri” in quel di Napoli.
La Scuola Specializzati delle Trasmissioni rimarrà attiva fino al 3 maggio 1991 quando, per una delle riforme dell’E.I.,  gli “abitanti” della Cavalleri diverranno quelli del 45° Reggimento Trasmissioni. E ancora, dopo di questi, dal 1998 ci sarà il 2° Comando delle Forze di Difesa e, dal 2002, la Divisione Acqui. Girovagando tra i vari gruppi di Facebook degli “ex”, si può notare che negli scorsi anni molti di essi hanno avuto l’occasione (e il permesso) di visitarla, ritrovando gli ambienti nei quali avevano vissuto.
Per un’altra recente modifica degli assetti dell’E.I. (2017), una parte della caserma è stata dismessa (la costruzione è ottimamente conservata e, per dirla tutta, meglio strutturata della sorella “romana”) e, stando a un recentissimo progetto della Regione Campania, potrebbe presto trasformarsi in un “Distretto del cinema” per la formazione professionale finalizzata a produzioni cinematografiche.

89° Reggimento Fanteria “Salerno”

Da Fb pubblico:
“- A.P. – 50 anni fa cominciava il mio periodo di naja partendo dalla caserma Turinetto di Albenga per il Car, poi San Giorgio a Cremano e quindi a Treviso al Battaglione Trasmissioni Folgore.
Un carissimo ricordo e saluti a tutti i commilitoni. Folgore!!!!
– G.S. – Più o meno il mio stesso percorso, solo che io ero alla Piave e poi al Battaglione Trasmissioni infine al Quartier Generale Folgore a Treviso. Anno 1967/68.”
……..

mostrina 89°E in effetti la stragrande maggioranza dei militi del Battaglione Trasmissioni Folgore erano stati “forgiati” (che parolone) nei C.A.R. dell’89° Reggimento Fanteria “Salerno”. Probabilmente in quella circostanza nessuno si prese la briga di raccontare alle “spine” la storia di quel Corpo, del quale erano chiamati a far parte, e le storie di coloro che sotto quella bandiera, a costo di grandi sacrifici, avevano meritato tanti riconoscimenti da parte dello Stato Italiano.
L’89º Reggimento “Salerno”, come parte dell’omonima Brigata, era stato costituito addirittura nel 1884 e nel 1887 era già su un campo di battaglia per l’Italia che allora, all’indomani dell’unità nazionale, già cercava spazi in Africa come le più grandi e antiche nazioni. E, in Eritrea, nel 1896 partecipò alla Battaglia di Adua.
Ma non solo in guerra… In occasione del terremoto calabro-siculo del 1908 si distinse nell’opera di soccorso con tale abnegazione e sprezzo del pericolo da meritare la ” Medaglia d’oro di benemerenza ” che costituisce la prima fronda d’alloro per la sua Bandiera.
89° stemma 2La prima medaglia d’argento al V.M. la riceve in Libia durante la guerra italo-turca il 27 febbraio 1912.
Durante la guerra 1915-1918 i suoi fanti si distinguono prima sul Carso, poi sul Grappa poi di nuovo sul Carso prima di trasferirsi in Francia, nelle Argonne prima e sulla Marna poi; ovunque, a costo di enormi sacrifici ma con grandi esempi di eroismo, conquistando medaglie e riconoscimenti.
In tempo di pace, l’89º prende sede a Genova ma, allo scoppio della 2° guerra mondiale, viene subito coinvolto a Mentone e poco dopo passa in Russia nei ranghi della Divisione Cosseria. E anche là vi saranno grandi dimostrazioni di coraggio ma ne uscirà decimato. Il “Salerno” riuscirà a tornare in patria solamente verso la fine di aprile del 1943. Trasferito in Toscana per potersi riorganizzare, viene però sciolto all’atto dell’armistizio dell’8 settembre.
Il 1º luglio 1958 il reggimento viene ricostituito con il Comando ad Imperia, con la denominazione di 89º Reggimento Fanteria “Salerno” C.A.R. e composto da quattro 89° posizioni casermebattaglioni così suddivisi in sette caserme liguri:

• Imperia – caserma Pietro Crespi
• Arma di Taggia – caserma G.B.Revelli
• Pieve di Teco – caserma Sebastiano Manfredi
• Albenga – caserme – Piave e – Aldo Turinetto
• Diano Castello – caserma Bruno Camandone
• Savona – caserma Bligny

Nel 1976, per la riforma dell’E.I. (quella che porterà anche al cambio del nome e funzioni del Battaglione Trasmissioni Folgore), il reggimento viene trasferito a Salerno nella Caserma A.Cascino (ora D’Avossa), dove rimane fino al 31 Gennaio 1991 quando viene sciolto e cede il posto al 19º Reggimento Cavalleggeri Guide.
Il 23 novembre 1980, era stato tra i primi reparti dell’esercito ad intervenire in Irpinia in aiuto delle popolazioni funestate dal terremoto.
Il medagliere di questo glorioso Reggimento è lungo quanto la sua Storia.

Per saperne di più, vedi: 89° Reggimento Fanteria “Salerno” oppure vai su Wikiwand