Una storia incredibile…

Un racconto incredibile, preso dal sito “Divisione Folgore 1945-1986”, che merita di essere ricordato; è sicuramente ambientato nel 1992 quando i soldati italiani (parà della Folgore e del Tuscania e gli incursori del Col Moschin), sotto l’egida dell’ONU, furono impegnati fino al 1995 con il compito di riportare la pace in una Somalia devastata dalla guerra civile.
La mattina che se lo videro davanti, i ragazzi del Tuscania non credevano alle loro orecchie: “Ho saputo che gli italiani sono tornati e voglio riprendere servizio”.
Queste parole pronunciate con un tono che non ammetteva repliche, erano proferite da un Somalo decisamente anziano, come tutti coloro che hanno combattuto sotto il tricolore. Sciré di anni ne dovrebbe dovuto avere oltre ottanta ma ancora dimostrava una vitalità insospettabile. Fu subito “adottato” dagli incursori del Col Moschin, i quali realizzarono per lui una piccola baracca dove l’anziano combattente pose il suo acquartieramento, avendo cura di farsi portare un venerando moschetto Modello 91 dal nipote.
Tutte le mattine si presentava per l’ispezione al Generale Loi, facendo ruotare con insospettabile maestria il fucile per mostrare quanto fosse pulito.
Con un altro colpo riportava l’arma alla spalla e se il Generale si dimenticava di dargli il “riposo”, lui rimaneva impietrito sul “presentat-arm”. Nelle cerimonie e alla presenza di autorità con la sua voce profonda proferiva un “Viva il Duce, viva il Re, viva l’Italia” nonostante gli fosse stato ripetuto più volte che in questo mezzo secolo qualcosa da noi era mutato. Caro vecchio Sciré; esempio emblematico d’attaccamento all’Italia in un periodo molto difficile per il nostro Paese. Gli incursori, al termine di un breve esame e di una prova ginnica (per forza d’età forzatamente ridotta) hanno voluto consegnargli l’ambitissimo distintivo da Incursore e lui è rimasto commosso da questo gesto. Lui che cammina ancora scalzo ha visto finalmente ripagato l’attaccamento all’Italia: “Italiani grandi soldati, fare culo così agli Abissini” era solito ripetere.

Effetto compagnia, effetto ritrovo, effetto virus…

Sono ormai lontanissimi i tempi quando si lasciava esplodere il primo “effetto“… stare in compagnia era quasi sempre sinonimo di far baldoria con l’esuberanza dei vent’anni che si esprimeva con urla, battute e bottiglie che si svuotavano in fretta…
L’effetto “ritrovo” è invece legato a un lungo trascorso di anni… nasce dal di dentro il sorriso che illumina i volti di persone non più giovani che si scambiano abbracci e pacche sulle spalle e che vedi intente ad esaminare vecchie foto e a rievocare battute ancora ben presenti e fattacci come fossero appena avvenuti… ma anche qui non mancano certamente le bevute che però ora si chiamano “brindisi”…

Ma per il terzo “effetto“, che dobbiamo ancora scoprire, noi confideremo nel nostro Arcangelo che per noi sicuramente provvederà a sospendere quella “trasmissione“, questa volta indesiderata, di virus che tanto male ha fatto al nostro Paese!

ANGET… caserme… ricerche… ecc…

Si dice che un parametro importante per valutare lo sviluppo di un Paese sia il numero di laureati che produce; è senza dubbio vero perché ad ogni laurea corrisponde la presentazione di una “tesi”, che non è altro che una ricerca approfondita capace di gettare luce su un argomento sconosciuto o di relazionare in modo nuovo più argomenti conosciuti. Ma, fortunatamente, in un paese di alto livello non sono solo gli studenti a dedicare tempo e fatica a questo tipo di attività. Anche tante altre persone, prese da innata curiosità o da profondo interesse e non trovando materiale pubblicato su un certo argomento, vi si dedicano con passione.
E questo è il caso di un nostro giovane (è solo del I° ’72) commilitone che è anche associato ANGET… ma non uno qualunque; ecco la sua presentazione: “…la mia Tessera ANGET l’ebbi in caserma il giorno del congedo -13 aprile 1973- al quale erano presenti alcuni membri della Sezione ANGET di Treviso. In congedo, arriva il mese di nov.’73 e mi segno il promemoria di andare a mandare un vaglia (allora non esistevano i bonifici!!) alla Sez. di Treviso per rinnovare l’adesione; ma, guarda i casi della vita, proprio quel giorno, leggo con stupore sul giornale locale che in città un anziano Colonnello del Genio, Ennio Gallo, vuole ricostituire a Biella la Sezione ANGET che, nata nel 1961, si era sciolta nel 1970. Non ci penso due volte e mi presento da lui. Ebbene, anno dopo anno, non solo ho sempre pagato il “bollino” ma sono entrato nel Consiglio Direttivo, poi eletto Segretario, poi Segretario-Tesoriere, poi Vicepresidente e dal 2010 Presidente della Sezione. I 48 bollini su quella Tessera sono per me un vanto e una soddisfazione“. Oggi anche l’ANGET è entrata a far parte della grande famiglia della Protezione Civile e l’opuscolo descrittivo (che si può scaricare qui) recita: ”.. L’ANGET è una Associazione d’Arma e di volontariato per la Protezione civile e per interventi umanitari anche all’estero, aperta a tutti coloro che hanno prestato, o prestano, servizio in reparti ed organismi del Genio e delle Trasmissioni.… è apolitica e apartitica, è senza fini di lucro ed ha lo scopo di mantenere vivo il senso di solidarietà tra i militari in congedo e quelli in servizio, nel culto dell’ideale della Patria e nella esaltazione dei valori e delle tradizioni del Genio e delle Trasmissioni”.
Ma torniamo al nostro commilitone… si sa che il massimo riconoscimento cui aspira ogni estensore di ricerche è di vederne la pubblicazione ossia di rendere partecipe del proprio impegno l’intera comunità interessata all’argomento trattato. Ebbene, il nostro commilitone è oggi orgoglioso di presentare un proprio lavoro dal titolo:
LE CASERME IN ITALIA – Attive e Dismesse”.
Qualcuno potrebbe pensare che il Ministero della Difesa abbia già a disposizione un elenco analogo anche perché il Federalismo Demaniale aveva reso indispensabile tale “inventario”, ma il lavoro qui esposto, costato oltre due anni di pazienti ricerche, è completato sia dal nome della caserma che di tutti i corpi militari che in quelle quasi 900 piazzeforti ci lavorano, o lavorarono. COMPLIMENTI e… ad majora!

Ahi, ahi… marchiamo visita… ma poi..

Non sempre filava tutto liscio in caserma… Verissimo che, dopo aver assorbito la “micidiale” pozione contenuta nella famigerata “puntura nel petto” (per la quale alcuni erano addirittura svenuti!!), erano veramente rari i malanni che aggredivano i giovani militi nonostante le sudate, le raffreddate e gli strapazzi cui andavano soggetti. (..e un giorno parleremo di quella volta che alla Turinetto di Albenga vennero effettuate le vaccinazioni “per finta”). Ma forse proprio la vita all’aria aperta e i continui impegni erano proprio la miglior medicina per quegli anni.
Però, tanto per non lasciare senza lavoro i tenenti medici (..un saluto a Gajo, Pizzinato, Cardelli, ecc.) e gli infermieri (Segreto, Canciani, ecc.. sempre impegnatissimi come nelle foto) qualcuno si lasciava aggredire da un morbo. Malattie gravissime… infatti, due giorni in branda e poi via di nuovo di corsa in adunata e alla sera coi compagni a far bisboccia!
Ma ecco il racconto particolareggiato di uno di quei casi eccezionali:
Caserma De Dominicis, 11 Aprile 1971 (proprio a Pasqua …accidenti, pensavo) la mattina, finito il turno di guardia, mi ritrovo con il viso pieno di bolle rosse. Mi reco per la prima volta in infermeria e ti trovo altri 7/8 commilitoni anche loro nelle mie stesse condizioni… una bella, anche se piccola, epidemia di scarlattina..
(nota: La scarlattina è una malattia infettiva acuta contagiosa, caratteristica dell’età pediatrica! che, a differenza delle altre come rosolia e varicella, è provocata da batteri anziché da virus. Prima dell’avvento degli antibiotici, la scarlattina però rappresentava una delle principali cause di morte e, talvolta, di complicanze tardive e, spesso, di problemi alle valvole cardiache).
Il tenente medico, preoccupato, ci ordina subito il trasferimento all’ospedale militare di Padova… armi e bagagli e via sul camion… quarantena (si fa per dire.. non certo 40 giorni) per tutti.. affidati alle amorevoli cure del colonnel… cioè di Suor Emira, che ci voleva ogni mattina alla sveglia ai piedi della branda in ginocchio per la preghiera!! E dopo qualche giorno via tutti in licenza di convalescenza di 10 giorni (da unirsi però all’ordinaria… e fu quello l’unico rientro a casa di tutto il servizio).
Al ritorno (pensavo) me la prendo calma… invece appena rimesso piede nella De Dominicis via a preparare armi e bagagli per partire a fare esercitazioni. E così passo tutto il periodo Maggio/Giugno 1971 al campo, nei boschi vicino Sequals (UD) e nella zona di Meduna. Beh, devo dire che mi ero ripreso bene perchè di quell’esercitazione ricordo che a Sequals c’era un apprezzato ristorante: “Al Fogolar”…. e l’abbuffata della sera della festa del 2 Giugno con tutti i commilitoni presenti della 1ª Compagnia! FOLGORE!!”
66 3° 1° comp Segreto old 68 1° 1° comp Canciani old70 3° 1° comp Maiolo old. Cardelli old Gajo old

Il confine orientale…

Si è citata recentemente la cittadina di Jalmicco… ma nella memoria di molti folgorini rimangono tanti altri nomi che allora ricorrevano parecchio come Cormons, Gradisca, Pordenone, Casarsa, Sacile, Spilimbergo, Cervignano, Cividale, Palmanova, Tarvisio, Villa Vicentina, ecc. ecc. dove si svolgevano le manovre della nostra Divisione.
Sono nomi che riportano ad un unico luogo… il confine orientale dell’Italia.
Probabilmente pochi di quei giovani di leva si rendevano allora conto di frequentare una zona forse la più “tormentata” d’Italia. La guerra, a quei tempi, non era terminata da molto e aveva lasciato degli strascichi di tensioni che avrebbero potuto esplodere in un confronto armato. Di quei giovani erano pochi che erano venuti a sapere delle foibe… un insieme di eccidi di cui si voleva (e qualcuno vorrebbe ancora oggi) celare l’esistenza.
Ancora nel 1975 la visita del Presidente Leone alla foiba di Basovizza aveva suscitato forti proteste jugoslave!!!
Solo nel 2004 è stata emanata dal Parlamento una legge che istituiva il Giorno del Ricordo recitando: “… al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale“.
Nella vicina Istria e Dalmazia era avvenuta da poco una vera e propria “epurazione e pulizia etnica” costata la vita a circa 10mila e l’esodo di 300mila italiani mentre uno pseudo-esercito spostava di notte i confini tracciati da accordi internazionali.
E ancora negli anni ’60, mentre l’opinione pubblica italiana era presa dal boom economico, dai Beatles e dai capelloni, diverse volte i Mig di Tito avevano sforato, impuniti, lo spazio aereo giuliano.
Ma probabilmente non avevano riportato ai loro capi buone notizie avendo rilevato la presenza vicino al confine (estratto da una ricerca di Orazio Rivetti) la presenza di ben 85 caserme di varie armi, missili e… FOLGORE compresi!!
La nostra DeDo era allora in buona compagnia…

ecco qua… OPR in azione!

Una abbastanza rara documentazione delle attività durante le esercitazioni… questo sì che è un ponte radio serio…
…forti degli studi e delle esperienze maturate alla Scuola di Trasmissioni della Cecchignola, nel marzo del 1973, fuori dalla cinta della caserma Vinicio Lago di Jalmicco, la squadra di pontieri folgorini, tra i quali il reporter CM Rivetti (con i suoi appunti sui trasmettitori T14 -14 valvole- e i ricevitori R19 -19 valvole) mette in piedi un ponte radio con l’antenna a 4 stadi da 12mt (“Mx144” – precisa subito il caposquadra Serg. Berin) e con tanto di trasmettitore, ricevitore e terminale telefonico (“ANTRC1 – MX155 – TEL EE8B”… è questa volta anticipato dal Serg.Magg. Minasola)… ma manca ancora un piccolo, fondamentale particolare…… quei quarzi, che saranno come sempre forniti solo dal mitico M.llo Bigini.

i nostri “nonni” ne hanno almeno 81…

Maggio 2020… ripensando a quel primo scaglione, III° ’58, che “indossò” per primo le mostrine e il nome di “Battaglione Trasmissioni Folgore“, il conto è presto fatto… se avevano appena compiuto i vent’anni, oggi ne hanno 81!!
E a noi piacerebbe ritrovarli ancora in salute tra di noi a raccontarci le loro esperienze. E quasi quasi le infaticabili ricerche del Grande Gianni ci hanno portato a quella iniziale soglia. Con grande apprensione e con animo in subbuglio per un crescendo di considerazioni, scorriamo intanto questo ritrovato elenco di giovani del I° ’59, ringraziando quel Giacomo Bologna che in esso vi compare.
In questo speciale elenco compare anche il ben noto giornalista Piero Ostellino (Venezia 9/10/1935 – Milano, 10/03/2018) che ha trascorso una vita intensa di impegni, anche internazionali, e attività e lasciandoci tanti scritti su cui meditare.
A quei tempi il servizio militare era di 18 mesi e la vita in caserma non disponeva certo di tante “comodità” di cui avrebbero poi usufruito i successori…
Sappiamo purtroppo che anche altri di quell’elenco ci hanno lasciato, e a tutti loro rivolgiamo un affettuoso pensiero R.I.P. … ma a tutti gli altri, seppur ancora oggi a noi sconosciuti, inviamo un fraterno abbraccio e tantissimi auguri.

E ricordiamo anche i comandanti di quel primo periodo… in quel 1959 Il Magg. Giuseppe Caneva subentrava al Cap. Giorgio Franceschino che aveva preso la carica dal Cap. Mario Bonanni, comandante della 183ª Compagnia Collegamenti. Infatti il Battaglione Collegamenti Folgore, costituito nel 1947, dal 1953 era stato ridotto a compagnia fino al 1° Novembre 1958 quando divenne il nostro Battaglione Trasmissioni Folgore.

erano gli anni della “guerra fredda”…

8 Maggio 1945… con la resa della Germania terminava la guerra “guerreggiata” in Europa ma ne iniziava un’altra di “manovra”… “indiretta” che più volte portò però il mondo sull’orlo di una guerra che sarebbe stata “atomica”.
Le tensioni che avevano portato allora i militari dei due blocchi, che si erano formati per via della “conferenza di Yalta”, erano iniziate nel 1947, poco dopo le fine della seconda guerra mondiale, con il blocco della città di Berlino da parte delle truppe sovietiche.
Proviamo a inquadrare storicamente il periodo del Battaglione Trasmissioni Folgore (Nov.1958 – Dic.1975) e vedere cosa succedeva nel mondo mentre i nostri baldi giovani, equipaggiati con materiale lasciato dagli anglo-americani, venivano addestrati per affrontare un eventuale, tremendo, conflitto.
Ebbene, sommariamente ricordiamo che prima di quel periodo era avvenuto: * nel 1949 si era costituita la NATO ed erano iniziati gli esperimenti atomici in URSS; * dal giugno 1950 al luglio 1953 si era combattuta la guerra di Corea; * carri armati sovietici avevano represso rivolte popolari a Berlino Est, 1953, e in Ungheria, 1956; * in Egitto, sempre nel 1956 sul Canale di Suez, avrebbero potuto scontrarsi truppe franco-inglesi con i russi che sostenevano Nasser. Gli eserciti in Europa:
Ordunque, nel 1958 è in atto il “Programma di allerta a terra dei bombardieri strategici armati di bombe nucleari“, quando:
• nel 1960 (maggio) un aereo spia americano Lockheed U-2 viene abbattuto nei cieli dell’URSS.
• nel 1961 viene avviato il “Programma di allerta in volo dei bombardieri strategici” mentre in aprile avviene l’invasione cubano-americana della baia dei Porci, in agosto inizia attorno a Berlino Ovest la costruzione del Muro e in ottobre si rischia lo scontro armato tra carri armati sovietici e statunitensi schierati al Checkpoint Charlie. Il Muro verrà abbattuto nel 1989 ma negli anni oltre 200mila berlinesi erano riusciti a emigrare e un migliaio erano invece morti nel tentativo,
• nel 1962 (ottobre) scoppia la crisi dei missili di Cuba. Mai così vicini alla guerra e in tutto il mondo si iniziò a costruire rifugi antiatomici.
• nel 1965 (marzo) parte la prima forza combattente americana in Vietnam del Sud.
• nel 1968 avviene l’invasione dei carri armati russi in Cecoslovacchia.
• nel 1975 finisce la guerra del Vietnam; gli americani avevano già iniziato da un anno la ritirata, dopo aver lasciato sul campo quasi 60.000 soldati, praticamente “nostri” coetanei.
Forse fu proprio la fine di quella guerra che determinò in quell’anno la prima riforma dell’Esercito Italiano… il “nostro” Battaglione cambia nome mentre la ferma viene ridotta a 12 mesi.
Certo la “guerra fredda” non era finita lì… infatti nel 1976, mentre in Friuli avveniva un terremoto, ecco l’intervento sovietico-cubano in Angola prima ed in Etiopia poi; nel 1979 l’invasione URSS dell’Afghanistan e quella americana nel 1983 dell’isola di Grenada; in tutto il mondo si erano accesi intanto focolai di guerriglia che, con forme diverse, arriveranno ai giorni nostri.
Nel 1986, con Gorbačëv e Reagan grandi protagonisti, si comincia a intravvederne la fine; la Divisione Folgore viene sciolta il 31 Ott. 1986.
Nel 1989 verrà abbattuto il Muro di Berlino e si può dire che la “guerra fredda” ebbe termine nel 1991 con lo scioglimento del Patto di Varsavia e quello subito successivo dell’Unione Sovietica.