Effetto compagnia, effetto ritrovo, effetto virus…

Sono ormai lontanissimi i tempi quando si lasciava esplodere il primo “effetto“… stare in compagnia era quasi sempre sinonimo di far baldoria con l’esuberanza dei vent’anni che si esprimeva con urla, battute e bottiglie che si svuotavano in fretta…
L’effetto “ritrovo” è invece legato a un lungo trascorso di anni… nasce dal di dentro il sorriso che illumina i volti di persone non più giovani che si scambiano abbracci e pacche sulle spalle e che vedi intente ad esaminare vecchie foto e a rievocare battute ancora ben presenti e fattacci come fossero appena avvenuti… ma anche qui non mancano certamente le bevute che però ora si chiamano “brindisi”…

Ma per il terzo “effetto“, che dobbiamo ancora scoprire, noi confideremo nel nostro Arcangelo che per noi sicuramente provvederà a sospendere quella “trasmissione“, questa volta indesiderata, di virus che tanto male ha fatto al nostro Paese!

Caro Arcangelo ti scrivo…

…e siccome sei molto lontano più vicino ti costruirò!
Fu così che quelli del I° ’67 della I° Compagnia del Battaglione Trasmissioni Folgore si prestarono a una colletta per creare un Arcangelo a portata di mano. Bravi e timorati ragazzi se si pensa al loro stipendio di 127 lire al giorno! Chissà, se in analoghe circostanze, oggi se potrebbero ancora trovare di simili. Fatto sta che misero in moto uno scultore (i particolari ci mancano e aspettiamo fiduciosi che qualcuno di loro ce li fornisca) per realizzare una statua del “nostro” protettore.
Non sappiamo chi la realizzò prendendo spunto da quella ben più famosa del Duomo di Orvieto, capolavoro dell’aretino Francesco Mochi (1580–1654, uno degli iniziatori del barocco) realizzata nel 1608, una delle poche in cui il nostro Gabriele è senza spade o gigli o trombe in mano.
E ci piace perché, anche se l’originale autore la intendeva come “Annunciazione”, noi la possiamo benissimo interpretare invece solo come un costante invito ad innalzare lo Spirito e rivolgere lo sguardo ad alti obiettivi.
L’Arcangelo è ancora librato nel volo, avviluppato nell’intreccio scomposto della veste, nel battito delle ali che sottolineano la tensione vibrante del corpo culminante nel braccio teso verso l’alto e, in più, ma solo nella “nostra” versione, con il volto illuminato da una serena fiducia. E sicuramente proprio di questa fiduciosa spinta verso il futuro avevano bisogno i tanti giovani che da allora nel piazzale della De Dominicis sotto sfilati sotto di essa.
Il significato del nome Gabriele è “forza di Dio” e deriva dal termine ebraico Gavriel. Ha un suono molto dolce e negli ultimi anni è tra i nomi maschili più amati, anche nelle versioni Gabriel e Gabrio, mentre al femminile è Gabriella. L’arcangelo Gabriele è una delle figure bibliche più note e importanti poiché ha il compito di annunciare i suoi messaggi tra gli uomini. Nelle Sacre Scritture è presente sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, è colui che comunica al profeta Daniele il piano di Dio, a Zaccaria l’arrivo di Giovanni, a Maria la sua gravidanza grazie allo Spirito Santo e farà pure da tramite tra Allah e Maometto per la scrittura del Corano… e capace di farci fare dei buoni collegamenti con i nostri pesanti apparati a valvole!!
Fu così che, in pompa magna e alla presenza di numerose autorità (nella foto il Gen. Mino) e finendo anche sulle pagine del giornale di Treviso, il “nostro” Arcangelo Protettore fu inaugurato quel 26 Marzo 1968….. dovete sapere che a quei tempi l’onomastico del “nostro” si festeggiava il 24 Marzo mentre, da anni, il nuovo calendario liturgico raggruppa in un unico giorno, il 29 settembre, la festa dei tre arcangeli (nel Nuovo Testamento il termine “arcangelo” è attribuito solo a loro tre: Michele (il protettore della Brigata Paracadutisti Folgore), Gabriele (chi meglio di lui che era il messo del Signore poteva proteggere le Trasmissioni) e Raffaele (che è la buona guida di tutti noi bravi viandanti).
Scherzi a parte, i nomi dei componenti di quel generoso I° ’67 della I° Compagnia del Battaglione Trasmissioni Folgore sono riportati nella targa posta nella base di quella statua che, da subito, divenne un importante punto di riferimento di tutta la caserma; a tutti quei nomi un riconoscente pensiero per aver abbellito e arricchito la nostra cara e vecchia DeDo.