…ci sono trasmissioni e trasmissioni

L’Arma delle trasmissioni è una delle più giovani dell’Esercito Italiano: la sua nascita ufficiale fu sancita il 30 Dicembre 1997 ma le “trasmissioni” traggono origine dalla “Specialità telegrafisti del Genio” creata nel 1883 e dalla successiva “Specialità Collegamenti” dal 16 maggio 1953 poi ridenominata “Specialità Autonoma Trasmissioni” con propri fregi e mostrine. Oggi le “comunicazioni” sono uno dei fondamenti di un esercito moderno. E in questo blog vari articoli ne hanno parlato ricordando anche i nostri “Spatia Devinco disiunta coniungo”.
Ma come ben sappiamo tutti le “trasmissioni” hanno seguito anche una linea di sviluppo civile autonoma che prevedeva, a differenza di quella militare, che una trasmissione (fosse di dati o notizie) venisse ricevuta dal maggior numero di ricevitori posibile! In molti casi in essa viene usata la stessa terminologia ma le finalità,come ben sappiamo, sono completamente diverse, essendo legate, a differenza delle prime, alla “diffusione“.
Anche queste trasmisioni hanno alle spalle una lunga storia di cui è sicuramente interessante vedere alcune immagini…
…come i primi, per noi, rudimentali ricevitori e sistemi di registrazione dell’audio…

… come i primi potenti trasmettitori e le sale di gestione della bf…

… e anch’essa pagando tributi alla guerra (nella prima foto il Centro di Milano non ancora inaugurato e già bombardato nel 1943) ma poi risorgendo (anch’essa grazie al piano Marshall)

Abbiamo parlato di quella che in Italia fu dapprima l’URI (Unione Radioemittenti Italiane) e successivamente l’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radifoniche). E uno studioso, raccogliendo in un libercolo le testimonianze di alcuni di coloro che vi lavorarono (in questo caso nella sede romana) ha voluto ricostruire una giornata come la si viveva in quell’ambiente.

Chi volesse leggere questa ricostruzione può scaricarla cliccando sui questi link UN GIORNO ALL’EIAR I°UN GIORNO ALL’EIAR II° (diviso in due parti solo per motivi di “peso”)

Storia dell’Arma delle Trasmissioni

Riportiamo un esaustivo articolo, già pubblicato in Internet dalla ANGET di Bologna a cura dell’Ing. Giannantonio Marangoni:

fregio esempio 3c - su tessutoIn Italia, l’impiego dei primi militari nel settore delle telecomunicazioni, avvenne nel corso della seconda guerra d’indipendenza allorché l’Armata Sarda realizzò una linea telegrafica per collegare la sede del Quartier Generale Piemontese alle città di Casale Monferrato, Alessandria e Novi. Nella successiva campagna relativa alla terza guerra d’indipendenza (1866) per la realizzazione di linee telegrafiche l’Esercito Italiano impiegò personale civile militarizzato, e avviò anche studi per la realizzazione di sistemi telegrafici campali e, contemporaneamente alle disposizioni per l’istituzione di uno specifico servizio e la diramazione delle istruzioni per l’impiego dei nuovi materiali, venne stabilito di inserire la nascente Specialità dei Collegamenti nell’Arma del Genio.
Successivamente tutto il settore subì una rapida evoluzione con lo sviluppo della telefonia, della radiotelegrafia e della radiofonia; la necessità di realizzare collegamenti telefonici e radiofonici di qualità e sicurezza sempre crescenti per permettere ai Comandi di ogni livello di poter esercitare al meglio la propria azione di Comando e Controllo sulle unità dipendenti nonché di ricevere le informazioni necessarie per sviluppare i piani d’azione ritenuti maggiormente idonei, subì un continuo incremento sia durante il primo che il secondo conflitto mondiale.
Fino ai primi anni cinquanta del XX secolo nell’Esercito Italiano tali attività continuarono ad essere espletate dall’Arma del Genio tramite la Specialità dei Collegamenti.
L’Arma del Genio era uscita dalla seconda guerra mondiale enormemente ingrandita nei compiti e nella struttura tecnica ed ordinativa. Alla molteplicità e complessità dei compiti ai quali l’Arma era chiamata, mentre negli eserciti delle principali Nazioni aveva corrisposto una notevole specializzazione del personale, nell’Esercito Italiano permanevano dubbi e perplessità sull’ordinamento più appropriato da adottare.
Fin dall’inizio della ricostituzione dell’Esercito dopo l’8 settembre 1943, si impose però una scelta indifferibile: la distinzione dell’Arma in due grandi branche, quella tradizionale inerente ai lavori viari, alle opere di fortificazioni, alla realizzazione ed alla bonifica di campi minati, e quella inerente ai “collegamenti” (o alle trasmissioni, come in seguito verranno denominati questi ultimi) sia su filo che via etere. Non si giunse subito nell’immediato dopoguerra alla separazione delle due suddette branche, anche se per la riqualificazione degli ufficiali, dei sottufficiali e dei militari di truppa da immettere nei reparti del Genio inquadrati nei Gruppi di Combattimento, equipaggiati con materiali ed armamenti inglesi, che verso la fine del 1944 entrarono in linea sul fronte italiano, vennero predisposti Enti di addestramento diversi per le specialità degli artieri (232° btg. artieri a Bracciano) e per quella dei collegamenti (Scuola Autonoma Italiana Collegamenti Radiotelegrafisti di Nocera Inferiore e Scuola Telegrafisti di Francavilla Fontana.
Già verso la fine del ’46 l’allora Capo dello S.M.E. Gen. Cadorna, nell’intento di rinforzare le cinque divisioni binarie di fanteria, che in quel momento rappresentavano l’intera componente dell’esercito di campagna, dispose la costituzione in ogni divisione di due battaglioni del Genio, uno della specialità artieri e uno della specialità dei collegamenti. Continua a leggere