Storia dell’Arma delle Trasmissioni

Riportiamo un esaustivo articolo, già pubblicato in Internet dalla ANGET di Bologna a cura dell’Ing. Giannantonio Marangoni:

fregio esempio 3c - su tessutoIn Italia, l’impiego dei primi militari nel settore delle telecomunicazioni, avvenne nel corso della seconda guerra d’indipendenza allorché l’Armata Sarda realizzò una linea telegrafica per collegare la sede del Quartier Generale Piemontese alle città di Casale Monferrato, Alessandria e Novi. Nella successiva campagna relativa alla terza guerra d’indipendenza (1866) per la realizzazione di linee telegrafiche l’Esercito Italiano impiegò personale civile militarizzato, e avviò anche studi per la realizzazione di sistemi telegrafici campali e, contemporaneamente alle disposizioni per l’istituzione di uno specifico servizio e la diramazione delle istruzioni per l’impiego dei nuovi materiali, venne stabilito di inserire la nascente Specialità dei Collegamenti nell’Arma del Genio.
Successivamente tutto il settore subì una rapida evoluzione con lo sviluppo della telefonia, della radiotelegrafia e della radiofonia; la necessità di realizzare collegamenti telefonici e radiofonici di qualità e sicurezza sempre crescenti per permettere ai Comandi di ogni livello di poter esercitare al meglio la propria azione di Comando e Controllo sulle unità dipendenti nonché di ricevere le informazioni necessarie per sviluppare i piani d’azione ritenuti maggiormente idonei, subì un continuo incremento sia durante il primo che il secondo conflitto mondiale.
Fino ai primi anni cinquanta del XX secolo nell’Esercito Italiano tali attività continuarono ad essere espletate dall’Arma del Genio tramite la Specialità dei Collegamenti.
L’Arma del Genio era uscita dalla seconda guerra mondiale enormemente ingrandita nei compiti e nella struttura tecnica ed ordinativa. Alla molteplicità e complessità dei compiti ai quali l’Arma era chiamata, mentre negli eserciti delle principali Nazioni aveva corrisposto una notevole specializzazione del personale, nell’Esercito Italiano permanevano dubbi e perplessità sull’ordinamento più appropriato da adottare.
Fin dall’inizio della ricostituzione dell’Esercito dopo l’8 settembre 1943, si impose però una scelta indifferibile: la distinzione dell’Arma in due grandi branche, quella tradizionale inerente ai lavori viari, alle opere di fortificazioni, alla realizzazione ed alla bonifica di campi minati, e quella inerente ai “collegamenti” (o alle trasmissioni, come in seguito verranno denominati questi ultimi) sia su filo che via etere. Non si giunse subito nell’immediato dopoguerra alla separazione delle due suddette branche, anche se per la riqualificazione degli ufficiali, dei sottufficiali e dei militari di truppa da immettere nei reparti del Genio inquadrati nei Gruppi di Combattimento, equipaggiati con materiali ed armamenti inglesi, che verso la fine del 1944 entrarono in linea sul fronte italiano, vennero predisposti Enti di addestramento diversi per le specialità degli artieri (232° btg. artieri a Bracciano) e per quella dei collegamenti (Scuola Autonoma Italiana Collegamenti Radiotelegrafisti di Nocera Inferiore e Scuola Telegrafisti di Francavilla Fontana.
Già verso la fine del ’46 l’allora Capo dello S.M.E. Gen. Cadorna, nell’intento di rinforzare le cinque divisioni binarie di fanteria, che in quel momento rappresentavano l’intera componente dell’esercito di campagna, dispose la costituzione in ogni divisione di due battaglioni del Genio, uno della specialità artieri e uno della specialità dei collegamenti.
Dopo l’ingresso dell’Italia nell’Alleanza Atlantica (24 agosto ’49), la ricostituzione dell’Esercito procedette più rapidamente (grazie anche agli “aiuti” americani di materiali più moderni di quelli inglesi) e il confronto con l’organizzazione degli altri eserciti occidentali portò alla decisione di separare le due predette branche, tanto che, in un progetto di riordinamento dell’Esercito preparato dallo S.M.E. verso la fine del 1950, si trova scritto “si prevede la prossima costituzione dell’Arma delle Trasmissioni per scissione dall’Arma del Genio”.
La scissione maturò verso la fine del 1952. Il 1° ottobre venne istituita, alle dirette dipendenze del Capo dello S.M.E., la carica di Ispettore per i Collegamenti con un proprio Ufficio denominato Ufficio dell’Ispettore per i Collegamenti. Tali provvedimenti sancirono in pratica lo scorporo della Specialità dei Collegamenti dall’Arma madre del Genio.Il 4 dicembre del 1952, in occasione della cerimonia per la ricorrenza di S. Barbara, Patrona dell’Arma del Genio, tenutasi alla Cecchignola di Roma presso la Scuola Genio Collegamenti, tutti gli appartenenti della Specialità dei Collegamenti indossarono, per la prima volta, le nuove mostrine.
Con la circ. 1185-R/Ord. del 16 maggio 1953 lo S.M.E. assegnò la denominazione di “Arma delle Trasmissioni“. Tale provvedimento, esecutivo dal 1° giugno dello stesso anno, segnò pertanto in pratica la nascita della nuova Arma, anche se per il riconoscimento giuridico e la separazione dei “ruoli” tra il personale appartenente all’Arma del Genio e quello transitato nella nuova Arma delle Trasmissioni occorrerà attendere ben 44 anni. Dal 1° giugno 1953 l’Ispettore per i Collegamenti assunse la denominazione di “Ispettore delle Trasmissioni” e il relativo Ufficio fu chiamato: Ufficio dell’Ispettore delle Trasmissioni (assumerà la denominazione di Ispettorato delle Trasmissioni solo nel 1961). Anche tutte le unità, nonché i Comandi e gli Enti in precedenza denominate “Genio Collegamenti” o più semplicemente “Collegamenti” mutarono detta denominazione in “Trasmissioni”.All’Arma delle Trasmissioni vennero demandate “in toto”:
• l’organizzazione, l’impianto e l’esercizio dei sistemi di TLC dell’Esercito, sia territoriali
(rete infrastrutturale) che operativi (reti campali), nonché di quelli territoriali Interforze;
• l’attività di “Guerra Elettronica” relativa alle comunicazioni;
• la formazione e l’addestramento dei quadri e degli specializzati in telecomunicazioni e in guerra elettronica sia appartenenti all’Arma delle Trasmissioni, sia appartenenti alle altre Armi dell’Esercito (Carabinieri inclusi) nonché ad altri Corpi Armati dello Stato (Guardia di Finanza, Polizia di Stato).

bandiera di guerra TrsNegli ultimi cinquant’anni, l’Arma delle Trasmissioni ha seguito l’evoluzione dell’Esercito che, con l’adozione del Nuovo Modello di Difesa è diventato un Esercito Professionista. Con l’avvio della nuova struttura, l’Arma aveva ottenuto anche quel riconoscimento ufficiale che ancora le mancava, culminato con la consegna della Bandiera di Guerra.
 
… e l’articolo prosegue con altre interessanti annotazioni; scarica l’intero articolo oppure vedi sul sito ANGET.

Un grazie è dovuto alll’ex-Folgorino Orazio Rivetti che, fin da quei lontani anni, ha saputo mantenere con l’ANGET costanti rapporti.

Storia dell’Arma delle Trasmissioniultima modifica: 2019-11-03T17:06:54+01:00da trsfolgore1
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