Alessandro Tandura e la nascita di un mito

Se ne parlò in un altro articolo a proposito della nascita del paracadutismo in Italia, ma la vicenda, raccontata in prima persona dal primo paracadutista (e sabotatore) è veramente “umana” e stupefacente…impressionante immaginarsi in quei panni!!
Più di 100 anni fa avveniva il lancio del primo soldato paracadutato dietro le linee nemiche per una missione di raccolta informazioni e sabotaggio.
Quella notte tra l’8 e il 9 agosto 1918, infuriava un temporale, che fece smarrire la rotta all’equipaggio; Alessandro Tandura, seduto su di uno scomodo sedile ribaltabile, collocato di spalle all’equipaggio, con una fune legata sulla schiena a collegarlo al paracadute, situato in uno scomparto sotto la fusoliera, non può fare altro che attendere il momento nel quale il pilota tirerà una leva, aprendo una botola dalla quale egli cadrà nel vuoto: e solo allora potrà scoprire se il paracadute funzionerà… Giunti in prossimità di quella che credono essere la zona di lancio – in realtà hanno deviato di parecchio e stanno sorvolando le colline a San Martino di Colle Umberto – il Maggiore Barker raggiunge la quota prestabilita di 1500 metri e tira la leva, facendo precipitare Tandura nel buio. Le emozioni debbono essere infinite, come egli stesso più tardi racconterà:
Le orecchie sono straziate da un sibilo che mi devasta il cervello. L’incubo dei sogni orribili! Ma subito ho l’impressione di essere sollevato, di tornare in su. Alzo gli occhi e vedo il paracadute aperto. La pioggia mi sferza il viso. Oso guardare in basso e vedo strade e campi che riddano in un ‘altalena infernale. Mi smarrisco, perdo i sensi … È un attimo: ad un tratto, colpito fortemente al petto, mi trovo a terra, con le gambe all’aria. Lanciato nel vuoto da circa 1500 metri di altezza ero caduto in un vigneto, mentre infuriava il temporale”.

Un po’ di storia del Paracadutismo Militare Italiano

Il 29/12 scorso il buon Rivetti ci ha ricordato che in quel giorno, nel 1937: “Muore a Mogadiscio il tenente Alessandro Tandura a 44 anni. Durante la 1ª G.M. lanciandosi da un biplano Savoia-Pomilio nella notte del’8/8/1918 divenne il primo paracadutista al mondo in azione di guerra“.
E allora, ricordando che tanti, ufficiali e sottufficiali parà hanno prestato servizio anche nel nostro Battaglione, ripercorriamo i primi passi del paracadutismo militare in Italia, riassumendolo da vari siti e letteratura specialistica.
“Il paracadutismo militare italiano è nato durante la Grande Guerra. Era pionieristico e embrionale, ma già pieno di fascino. Nel 1918 tre giovani tenenti, Alessandro Tandura, Arrigo Barnaba e Ferruccio Nicoloso, vennero paracadutati dietro le linee austriache con il compito di capire i movimenti del nemico e riferire al Comando Italiano per mezzo di piccioni viaggiatori. Fecero il lancio (notturno!) senza aver ricevuto alcun addestramento, tranne il consiglio di tenere le gambe unite e di stringere i denti!! I paracadute erano Calthrop, soprannominati “Angel Guardians”. Tandura e Barnaba vennero decorati di M.O.V.M.; Nicoloso con l’ Ordine Militare di Savoia.
Agli inizi degli anni ’20 si cominciò a pensare a una vasta utilizzazione del paracadute. Fu il Tenente pilota Prospero Freri, durante il lungo periodo trascorso in ospedale per un incidente aereo in cui perse la vita il suo motorista, che studiò la possibilità di usare il paracadute paracadute 1come mezzo di salvataggio dei piloti; scrisse il libro: “Un ordigno di salvezza, Il paracadute” nel quale descriveva un dispositivo di apertura del paracadute con una calotta applicata sotto la fusoliera dell’aereo e, realizzatolo in collaborazione con Gennaro Maddaluno, lo chiamò “Aerodiscensore”; insieme poi effettuarono degli esperimenti all’Arsenale di Napoli con un aereo S.V.A. biposto. Ebbe, per quei tempi, successo tanto che già nel ’22 (8 ottobre) il Ministero della Guerra poté indire una “gara tra paracadutisti” all’aeroporto di Centocelle; obbiettivo: centrare un bersaglio con diametro di 150 mt lanciandosi da un’altezza di 300 mt. A questa competizione parteciparono i primi valenti paracadutisti e vinse Maddaluno guadagnando il premio di 3.000 lire. Studi ed esperimenti “presero il volo”.
– Nel 1923 Alfredo Ereno sperimentò il paracadute tedesco Heinecke, con un lancio a Bergamo, da 87 mt e a Napoli Alba Russo, la prima donna paracadutista italiana, si lanciò da 400 mt.
– Nel 1924 Freri e il tecnico polacco Furmanik idearono e costruirono un nuovo paracadute dorsale, abbastanza moderno nella sua concezione, denominato “Salvator”, di seta, 7,30 mt di diametro e con 24 funicelle di sospensione. Primo lancio sperimentale, da un aereo Aviatik, all’aeroporto di Taliedo, poi a Montecelio e a Centocelle perfettamente riusciti.
Il Ministero della Guerra decise allora di nominare una commissione per scegliere un paracadute di cui dotare i piloti; presidente il Col. Alessandro Guidoni coadiuvato dal T.Col. Giulio Gavotti, pioniere dell’aeronautica nella campagna di Libia del 1911/12. Fu scelto il paracadute Salvator. Continua a leggere

…una curiosità

marconi-electricalQuando si parla delle”Trasmissioni” riferendosi ai suoi albori,  è fuori di dubbio che la mente corra a quel signore di nome Guglielmo Marconi che con le sue idee ed esperimenti dette il via allo sviluppo di nuovo mondo.
Ma invece, per il fatto che in tutto il mondo quando si nomina la parola Folgore” tornano alla mente immagini di paracadutismo, a qualcuno potrebbe essere sorto un interrogativo del tipo “chi fu il primo uomo a lanciarsi nel vuoto con un paracadute?“. Nel caso, riportiamo un articoletto per sciogliere il dubbio:

paracaduteSecondo Leonardo da Vinci con una tenda di lino a forma di piramide, con un’apertura alla base di sette metri di larghezza, tenuta rigidamente aperta da quattro corde sugli angoli, ogni uomo può “gittarsi d’ogni grande altezza senza danno di sé”. Solo recentemente un architetto londinese, Adrian Nicholas, ha sperimentato il paracadute di Leonardo: si è lanciato da tremila metri di altezza nei cieli del Sudafrica superando brillantemente la prova dell’aria.
Il primo uomo a lanciarsi con un paracadute è stato però il francese Andrè-Jacques Garnerin che il 22 ottobre 1797 si buttò da una mongolfiera a 900 metri atterrando in un parco di Parigi. Quando Garnerin concepì il suo paracadute a ombrello, non aveva presente gli studi leonardeschi e sembra che lo abbia progettato durante gli anni della sua prigionia come metodo per scappare. Nel 1911 Gleb Kotelnikov, un militare russo, inventò un paracadute a zaino, che poteva essere aperto sia a mano che con fune vincolata. Nel 1912 in Francia Kotelnikov brevettò la sua invenzione.
Franz Reichelt, noto come il “sarto volante”, nonostante il parere di molti che sconsigliavano una simile impresa, il 4 febbraio 1912 si lanciò dalla Torre Eiffel con un vestito di sua invenzione che avrebbe dovuto rallentarne la caduta. Morì schiantandosi a terra. Il primo lancio da un aereo in volo avvenne nel 1912 quando, utilizzando tecniche ormai perfezionate, il capitano A. Berry si lanciò presso Saint Louis (USA).
Nel 1926 fu ideato il paracadute Salvator ad opera del tenente colonnello italiano Prospero Freri. Negli anni venti e trenta numerosi studi ed esperienze portarono poi a realizzare paracadute efficaci e sicuri.

Nella foto: il disegno dal Codice Atlantico di Leonardo conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano