era anche il periodo di un certo Pino Donaggio

In fureria della 1ª Compagnia (Capitano Fulvio Frasca) prestava servizio un certo Pino Donaggio e il grosso del Battaglione, comandato da poco dal TCol. Omero Petricci (detto in seguito Petrus, l’amarissimo), era allora costituito dal contingente 3° ’66.
E di quel periodo, siamo nel 1967, raccogliamo i ricordi dell’ACS Franco Giordanelli:“Fino a quel momento io avevo però prestato servizio giornaliero come telescriventista negli scantinati della nota villa del comando generale, la storica Villa Margherita.
Quel giorno in fureria non c’era il Pino ma il commilitone brianzolo Giovanni Radaelli, che, immortalato con me nella fotografia, stava preparandomi un permesso di 12 ore… quel permesso che ebbe poi per me un seguito del tutto inaspettato.
Di certo la mezza giornata prevista rappresentava per il mio desiderio di fare una scappata a casa, calcolando che allora abitavo a Nizza, un periodo veramente troppo stretto… andare e rientrare in tempo… come fare? certo, se si trattava di sforare di poche ore, sarei stato coperto da un collega… ma si sa, da giovani soprattutto, quando ci si mette in mente una cosa… e allora pronti e via!
Si dice che la Fortuna sia cieca ma la sfiga ci vede benissimo… e fu così che, al rientro, nei pressi di Vicenza il treno ebbe un corto circuito e quindi fummo tutti fatti scendere in attesa di poter proseguire su un mezzo alternativo.
Dopo un tempo per me interminabile, fummo invece riportati indietro alla stazione precedente più vicina ad attendere un treno locale che ci permettesse di arrivare a una coincidenza con la linea di destinazione… mentre qualcosa mi rodeva rodeva dentro!!
In sostanza, rientrai con oltre dodici ore di ritardo e, pur senza aver potuto dormire, sarei stato pronto a rispettare il mio turno di servizio alla villa del comando generale.
Eravamo pronti a salire sul camion che ci avrebbe trasportato a Villa Margherita, io e il gruppetto dei militari che mi erano stati affidati, ma, senza che nessuno mi avesse avvisato o magari richiamato, mi fu consegnato un nuovo ordine di servizio… e già temevo il peggio… venivo da subito incaricato di verificare i conti della mensa ufficiali e sott’ufficiali e di assumerne la gestione!
Non ho mai capito veramente se la cosa fu dovuta alla scoperta della mia “fuga”… ma forse dipese dal fatto che il comando aveva da poco allontanato il maresciallo che aveva ricoperto l’incarico fino ad allora, e basandosi sulla mia dichiarata preparazione in “ragioneria ed economia” intendesse avere una relazione sul suo operato. Tale relazione mi fu poi infatti richiesta e, coscienziosamente, potei consegnarla.
Debbo dire che la mia gestione fu ritenuta un successo… feci trasferire in questa mensa un militare che sapevo essere un cuoco diplomato; cambiai i fornitori perché avevo capito che questi si erano ormai abituati ad applicare prezzi fuori mercato per merce di qualità scarsa (e forse per una “stecca” a qualcuno); risanai i conti e ricevetti i ringraziamenti da tutti quelli che normalmente utilizzavano la mensa e soprattutto da quelli che prima preferivano andare a mangiare fuori o in famiglia e che tornavano ad usufruire della mensa.
E grazie all’aumento del numero complessivo di frequentatori (comandante compreso), aumentò anche la disponibilità economica per i rifornimenti (il budget… che era di un tot pro capite per gli ufficiali e uno leggermente più basso per i sott’ufficiali) e si poté così ulteriormente migliorare il servizio reso.
Quel nuovo incarico mi diede proprio delle soddisfazioni… anche se non era stato certamente nelle mie aspirazioni.

E’ scoppiata anche quest’anno… la primavera

…e quale occasione migliore per fare un giretto ed andare a trovare un ex-commilitone… altri.. magari di quelli che, sebbene non conosciuti nel periodo della leva, sappiamo avere come noi nei ricordi la De Dominicis, Villa Margherita, le guardie, certi ufficiali rompiballe e magari un “dentifricio” e poi Treviso con il suo freddo e le sue nebbie invernali ma anche con le sue osterie, dispensatrici di Clinton, i suoi cinema fumosi e poi le manovre in mimetica, le adunate e gli alza-bandiera ma soprattutto quel grido finale “Folgore!”… In alcuni casi si sono mantenuti fin da allora i rapporti con qualche “ex” che erano diventati allora dei veri “amici”… ma altre volte, attraverso vie traverse, si è venuto a sapere di un “ex” che abita nella nostra zona e allora quale miglior occasione, ora che gli impegni pressanti della vita sono senz’altro diminuiti, per andare a condividere un caffè o un buon bicchiere e, perché no, quei ricordi che ci riportano a un periodo, non sempre “facile”, ma dal quale la maggior parte dei giovani, entrati come “ragazzi”, sono usciti come “uomini”. Nella foto il bell’esempio offerto dai due ragazzacci folgorini che non si incontrarono durante la leva ma ai quali piace oggi condividere le esperienze della propria vita… Sergio Croci (1° Comp. – 3° ’66) e Secondo Brunetti (1° Comp. – 2° ’71), a spasso per le vie di Ospitaletti, ai quali vanno i migliori auguri per tante cose buone.soldati per sempre

Ricordi di leva del 1971

Riceviamo per essere condivise con i “diversamente giovani” del Battaglione Trasmissioni Folgore delle personali esperienze riportate nel seguente allegato.
Era il 1971 quando iniziò il servizio militare del dott. Flavio Pilla, partito con i giovani del 1° contingente di quell’anno. Dopo il periodo del CAR, trascorso negli uffici della caserma Piave di Orvieto, approdò alla nostra cara e vecchia De Dominicis e, negli uffici della 1ª Compagnia, rimase fino all’estate del 1972 quando comandante del Battaglione era il Tenente Colonnello Vito Caringella e la Divisione Folgore comandata dal Generale Adolfo Orofino.

I Comandanti della Folgore: il Generale Orofino

Il Generale Adolfo Orofino fu il Comandante la Divisione Folgore dalla fine del 1970 al 1971.
Frequentò la Scuola di Applicazione Armi di Artiglieria e Genio di Parma (ott.1936 – sett. 1937) e fu poi assegnato al 21° Reggimento “Cremona” che allo scoppio della seconda G.M. era schierato sulla frontiera francese. Venne però poco dopo inviato in Etiopia e assegnato al LVII° Battaglione Coloniale col quale partecipò a tutta la Campagna d’Africa (AOI) terminata con la sconfitta nell’aprile del 1941 (del Battaglione originario di circa 1100 uomini ne erano rimasti meno di 100) e con la cattura a Ghinda da parte degli Inglesi. La prigionia in India dura fino all’agosto 1946. Reintegrato nel nuovo Esercito Italiano, fu il Colonnello Comandante del 183° Reggimento Nembo dal 1/8/1961 al 1/9/1962. Nominato poi Generale di Divisione e Comandante la Divisione Folgore nel 1970 – 1971 e poi Generale di Corpo d’Armata nel 1975. Fu Comandante della Scuola di Applicazione dal 1994 al 1997. Dalla trascrizione di un suo manoscritto, redatto qualche anno prima della sua morte, fu tratto ad opera dei figli un libro di memorie: “Ricordi d’Africa. La prigionia in India”. L’opera riporta i fatti relativi all’esperienza bellica in Africa Orientale e l’esperienza di detenzione, durata ben 5 anni nei campi di prigionia degli inglesi in India ed è una testimonianza commovente, ricca di considerazioni personali, da parte di un ufficiale che ha dedicato tutta la sua vita al servizio della patria.
Il 27/12/1975 fu insignito dell’Onorificenza di Grand’Ufficiale dell’Ordine Militare della Repubblica Italiana.