Un po’ di storia del Paracadutismo Militare Italiano

Il 29/12 scorso il buon Rivetti ci ha ricordato che in quel giorno, nel 1937: “Muore a Mogadiscio il tenente Alessandro Tandura a 44 anni. Durante la 1ª G.M. lanciandosi da un biplano Savoia-Pomilio nella notte del’8/8/1918 divenne il primo paracadutista al mondo in azione di guerra“.
E allora, ricordando che tanti, ufficiali e sottufficiali parà hanno prestato servizio anche nel nostro Battaglione, ripercorriamo i primi passi del paracadutismo militare in Italia, riassumendolo da vari siti e letteratura specialistica.
“Il paracadutismo militare italiano è nato durante la Grande Guerra. Era pionieristico e embrionale, ma già pieno di fascino. Nel 1918 tre giovani tenenti, Alessandro Tandura, Arrigo Barnaba e Ferruccio Nicoloso, vennero paracadutati dietro le linee austriache con il compito di capire i movimenti del nemico e riferire al Comando Italiano per mezzo di piccioni viaggiatori. Fecero il lancio (notturno!) senza aver ricevuto alcun addestramento, tranne il consiglio di tenere le gambe unite e di stringere i denti!! I paracadute erano Calthrop, soprannominati “Angel Guardians”. Tandura e Barnaba vennero decorati di M.O.V.M.; Nicoloso con l’ Ordine Militare di Savoia.
Agli inizi degli anni ’20 si cominciò a pensare a una vasta utilizzazione del paracadute. Fu il Tenente pilota Prospero Freri, durante il lungo periodo trascorso in ospedale per un incidente aereo in cui perse la vita il suo motorista, che studiò la possibilità di usare il paracadute paracadute 1come mezzo di salvataggio dei piloti; scrisse il libro: “Un ordigno di salvezza, Il paracadute” nel quale descriveva un dispositivo di apertura del paracadute con una calotta applicata sotto la fusoliera dell’aereo e, realizzatolo in collaborazione con Gennaro Maddaluno, lo chiamò “Aerodiscensore”; insieme poi effettuarono degli esperimenti all’Arsenale di Napoli con un aereo S.V.A. biposto. Ebbe, per quei tempi, successo tanto che già nel ’22 (8 ottobre) il Ministero della Guerra poté indire una “gara tra paracadutisti” all’aeroporto di Centocelle; obbiettivo: centrare un bersaglio con diametro di 150 mt lanciandosi da un’altezza di 300 mt. A questa competizione parteciparono i primi valenti paracadutisti e vinse Maddaluno guadagnando il premio di 3.000 lire. Studi ed esperimenti “presero il volo”.
– Nel 1923 Alfredo Ereno sperimentò il paracadute tedesco Heinecke, con un lancio a Bergamo, da 87 mt e a Napoli Alba Russo, la prima donna paracadutista italiana, si lanciò da 400 mt.
– Nel 1924 Freri e il tecnico polacco Furmanik idearono e costruirono un nuovo paracadute dorsale, abbastanza moderno nella sua concezione, denominato “Salvator”, di seta, 7,30 mt di diametro e con 24 funicelle di sospensione. Primo lancio sperimentale, da un aereo Aviatik, all’aeroporto di Taliedo, poi a Montecelio e a Centocelle perfettamente riusciti.
Il Ministero della Guerra decise allora di nominare una commissione per scegliere un paracadute di cui dotare i piloti; presidente il Col. Alessandro Guidoni coadiuvato dal T.Col. Giulio Gavotti, pioniere dell’aeronautica nella campagna di Libia del 1911/12. Fu scelto il paracadute Salvator. Continua a leggere

…e uno dei “massimi”… Guglielmo Marconi!

Guglielmo Giovanni Maria Marconi (Bologna, 25 aprile 1874 – Roma, 20 luglio 1937).
Guglielmo_MarconiA lui si deve lo sviluppo di un efficace sistema di telecomunicazione a distanza via onde radio, ossia la telegrafia senza fili o radiotelegrafo la cui evoluzione porterà allo sviluppo della radio e della televisione e in generale di tutti i moderni sistemi e metodi di radiocomunicazione.
Marconi comincia i primi esperimenti all’età di vent’anni, autodidatta, e, nell’estate del 1894 costruisce un segnalatore di temporali (una pila, un coesore (funzionante da diodo e un campanello elettrico che squilla in caso di fulmine). Poi scopre che agendo su un interruttore, posto su un bancone, squilla un campanello posto dall’altro lato della stanza; prosegue gli esperimenti all’aperto e scopre che aumentando la potenza delle emissioni (usando più batterie) la distanza tra i circuiti, trasmettitore e ricevitore, può aumentare e che usando un tasto telegrafico sul primo si può variare il segnale ricevuto sul secondo e quindi si può utilizzare il codice Morse. Nel dicembre del 1895, dopo vari tentativi, il sistema si dimostra valido anche per superare gli ostacoli naturali.
A maggio dello stesso anno, quindi prima di lui, altri sperimentatori avevano ottenuto simili risultati, come Nikola Tesla, che aveva trasmesso segnali a 50 km di distanza, e il russo Aleksandr Popov che aveva realizzato un ricevitore di onde radio. Come sempre succede, sono le idee singole di tanti che portano al successo di chi riesca a farne una valida sintesi.
Il 12 febbraio 1896, Marconi parte per il Regno Unito. A Londra, il 5 marzo, presenta la prima richiesta provvisoria di brevetto col titolo “Miglioramenti nella telegrafia e relativi apparati”; questo, 21 giorni prima della trasmissione radio realizzata dal russo Popov.
Il 2 luglio 1897 ottiene dall’Ufficio Brevetti di Londra il brevetto.
La rivendicazione dell’invenzione della radio di Marconi fu sempre contestata da Nikola Tesla. Questi aveva consegnato nel 1897 un sistema di trasmissione di energia elettrica (con brevetto del marzo 1900) che poteva essere anche usato per trasmissione di segnali radio e nel 1898 un radiocomando multicanale che permetteva, su breve distanza, di telecomandare battelli con un sistema di controllo formato da quattro circuiti riceventi.
Marconi inizia dimostrazioni pubbliche alla presenza di politici e industriali e apre una sua azienda che, nel 1898, impiega già 50 persone; effettua la prima trasmissione via etere sul mare da Ballycastle (Irlanda del Nord) all’isola di Rathlin, stabilisce un ponte radio tra la residenza della regina Vittoria e lo yacht del principe di Galles, futuro Edoardo VII. e, a maggio, i segnali attraversano il canale della Manica superando i 51 km. A dicembre, da un battello, fortunatamente attrezzato con radio, parte quella che sarà la prima richiesta di soccorso in mare.
Marconi si concentra poi verso l’Atlantico, convinto che le onde possano varcare l’oceano seguendo la curvatura della Terra, nonostante i pareri negativi dei matematici.
Nel novembre 1901 a Poldhu, in Cornovaglia, installa un grande trasmettitore a scintilla seguito da un’antenna di 130 metri con 60 fili tesi a ventaglio tra due piloni alti 49 m. e distanti 61. Il segnale (una semplice “S”) giunge oltre oceano a 3.000 km di distanza e per raggiungere St.John’s di Terranova ha dovuto rimbalzare due volte sulla ionosfera.
Nel 1903 Marconi installa un analogo trasmettitore nel Centro Radio di Coltano, presso Pisa, che viene utilizzato fino alla seconda guerra mondiale per comunicare con le colonie d’Africa e con le navi in navigazione. In seguito il trasmettitore verrà ampliato e potenziato tanto da diventare una delle più potenti stazioni radio d’Europa.
Nel 1904 effettua esperimenti per studiare l’influenza del sole sulla trasmissione delle onde radio, giungendo alla nuova scoperta della loro migliore propagazione durante la notte.
Completati gli esperimenti, nell’ottobre del 1907 inaugurò il primo servizio pubblico regolare di radiotelegrafia attraverso l’Oceano Atlantico dando anche la possibilità alle navi transatlantiche di lanciare l’SOS.
Il 23 gennaio del 1909, il primo soccorso navale che portò al salvataggio dei 1700 passeggeri del transatlantico statunitense “Republic”, che stava per affondare, speronato dal piroscafo italiano “Florida”. L’operatore radiotelegrafico Binns, che lavorava per la compagnia Marconi e continuò a lanciare per 14 ore l’SOS finché fu ricevuto dal piroscafo “Baltic”, fu festeggiato come un eroe.
Nello stesso anno, il 10 dicembre 1909, a Stoccolma Guglielmo Marconi ricevette il premio Nobel per la fisica, condiviso con il fisico tedesco Carl Ferdinand Braun. La motivazione della Reale Accademia delle Scienze di Svezia recitò: “… a riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili”.
guglielmo-marconiNell’autunno 1911 Marconi visitò le colonie italiane in Africa per sperimentare i collegamenti a lunga distanza; fu a Tripoli, da poco occupata dalle truppe italiane, dove effettuò con Luigi Sacco, comandante della locale stazione radio, alcuni esperimenti di collegamento radio con Coltano; furono determinanti per dare l’impulso all’allestimento del primo servizio di radiotelegrafia militare su larga scala.
Quando, nel 1912, il Titanic affondò dopo aver lanciato il segnale SOS, Marconi accorse al porto di New York per ricevere i 705 superstiti. Intervistato dalla stampa disse «Vale la pena di aver vissuto per aver dato a questa gente la possibilità di essere salvata». L’inventore conferì un premio al marconista del Titanic Harold Bride che era rimasto a lanciare messaggi di soccorso, anche quando l’acqua aveva raggiunto il ponte superiore.
Nel 1920 lo stabilimento di Marconi di Chelmsford fu sede della prima trasmissione audio pubblica del Regno Unito che dal 1922 divenne il primo servizio regolare di trasmissioni di intrattenimento. Lo stesso avvenne in Italia nel 1924.
Nel 1929 sovrintese alla costruzione della Radio Vaticana che fu inaugurata il 12 febbraio 1931 e dalla quale Pio XI pronunciò in latino il primo radiomessaggio in collegamento diretto con New York, Melbourne, Québec e altre città del mondo.
 
Su Guglielmo Marconi si possono vedere diversi filmati su Youtube; uno dei più brevi e interessanti è questo : Guglielmo Marconi