…e parliamo ancora di Guglielmo Marconi… il padre delle telecomunicazioni

Ogni anno, il 25 Aprile, ricorre, insieme ad altri importanti avvenimenti, anche l’anniversario della nascita di uno dei più grandi italiani della nostra Storia. Era nato a Bologna nel 1874 e fin da piccolo aveva manifestato particolare interesse per le sperimentazioni. Fu, la sua, una vita densa, piena e le sue scoperte hanno influenzato e influenzano le vite di tutta l’Umanità. Eppure… eppure sono senz’altro pochi che ricordano di aver sentito parlare di una qualche commemorazione, come avviene per personaggi molto meno “pesanti”, del suo giorno di nascita. Colpisce perciò l’aver letto un articolo su “La Stampa” che ne “svelava” (ai meno accorti) i veri quanto anacronistici motivi di questa generale “dimenticanza”…
La Stampa – 25 Aprile 2024 – IL PERSONAGGIO
Adesso è venuto il momento di fare i conti con Marconi.
E ora di celebrare… 50 anni fa nasceva “uomo che ha connesso il mondo, inventore del telefono e wireless”… Era un fascista, ma questo non può più compromettere a comprensione del suo valore! Credo che sia venuto il momento di fare i conti con quello che è forse il più illustre italiano del Novecento: Guglielmo Marconi. Era nato a Bologna 150 anni fa, oggi.
Eppure in giro non ci sono celebrazioni adeguate al rango del personaggio. I 250 anni della nascita di Beethoven sono durati un anno intero in tutto il mondo, e lo stesso è accaduto per i 700 dalla morte di Dante Alighieri. Per Marconi no: nei giorni scorsi gli è stato dedicato un ponte a La Spezia, dove condusse degli esperimenti; in Sardegna è stato ricordato in un museo allestito in un vecchio mulino; ci sono stati convegni a Viareggio dove trascorreva le vacanze estive e dove fu insignito della cittadinanza onoraria subito prima di morire, a 63 anni, il 20 luglio 1937. Quel giorno il mondo letteralmente si fermò: tutte le stazioni radio, dagli Stati Uniti all`Australia, osservarono due minuti di silenzio, un omaggio mai visto prima e mai ripetuto dopo per l`uomo che aveva inventato il wireless: non solo la radio, come si dice abitualmente, ma proprio le comunicazioni senza fili. Anche quelle dei nostri smartphone. «L`uomo che ha connesso il mondo», come recita il titolo della monumentale biografia che gli ha dedicato anni fa lo storico Marc Raboy, appena uscita anche in Italia.
Insomma, Marconi fu un gigante: come inventore e come imprenditore. Una via di mezzo fra Steve Jobs ed Elon Musk: la Marconi Company, fondata a Londra quando aveva 23 anni, era come la Apple o la Tesla dell`epoca. E ancora: è stato il primo a collegare l`Europa e il continente americano senza fili; uno dei fondatori della mitica BBC; l`unico premio Nobel in Fisica della storia a non aver preso una laurea; l`uomo che venne universalmente indicato quale vero salvatore dei superstiti del Titanic, visto che aveva appena inventato il telegrafo senza fili che consentì di trasmettere l`SOS dopo l`impatto con l`iceberg.
E però in Italia quasi ce ne vergogniamo. Il motivo è chiaro: Guglielmo Marconi era fascista.
Si iscrisse al partito all`inizio del ventennio, nel giugno del 1923, ed ha continuato ad avere rapporti con Mussolini fino alla fine (l`ultimo appuntamento fu annullato proprio il giorno della morte). Questa sua scelta ha reso oggettivamente complicato celebrarlo, a maggior ragione perché il suo compleanno – questa sì, una beffa, coincide con la Festa della Liberazione dal nazifascismo. Un cortocircuito evidente… Come si fa a celebrare un fascista nel giorno che ricorda la liberazione dal nazifascismo? Non si può e infatti non si è mai fatto. Questo governo proverà a celebrarlo, come ci si poteva attendere: il Ministero della Cultura ha previsto una serie di attività a partire da oggi nella sede della Fondazione Marconi, a Villa Griffone, a Pontecchio, che si aprono con la messa del cardinal Zuppi; la Rai a maggio manderà in onda una miniserie; e ieri il ministro Urso, inaugurando una mostra negli studi radiofonici della Rai a via Asiago, lo ha definito “genio del made in Italy”.
Ma in cosa è consistito, esattamente, il fascismo di Guglielmo Marconi? Il professor Gabriele Falciasecca, massimo esperto in materia, all`attività politica di Marconi ha dedicato un saggio ricco di spunti. Ne emergono sostanzialmente due fasi: nella prima, Marconi, in seguito ad uno scandalo che prese il suo nome (e dal quale uscirà assolto), decide di lasciare l`Inghilterra, dove aveva fondato la sua startup, e fa ritorno in Italia; qui nel 1914 viene viene nominato senatore del Regno, partecipa attivamente alla Prima guerra mondiale che diventa l`occasione per migliorare le sue invenzioni sperimentando nuovi modi per far comunicare i militari al fronte senza fili; e al termine del conflitto, dato il suo indiscusso prestigio, viene mandato a Versailles a rappresentare l`Italia al tavolo della pace. Un patriota, si direbbe. Ma un secondo scandalo, il fallimento della Banca Italiana di Sconto che aveva accettato di presiedere, incrina il suo rapporto con la vecchia classe politica. Scrive Falciasecca: «Si lamentò di ciò con Mussolini, nel frattempo divenuto Capo del Governo, e tra il dicembre 1922 e il 1923 fu deciso che non sarebbe stato mandato a giudizio perché molte vicende vennero amnistiate grazie all`intervento del nuovo governo».
Marconi era un conservatore e l`adesione al fascismo, secondo Falciasecca, fu sincera; ma il giornalista Riccardo Chiaberge, che a Marconi ha dedicato una bella biografia (Wireless, scienza, amori e avventure di avventure di Guglielmo Marconi), sostiene che fu più per calcolo: «Marconi era un imprenditore globale e cercava protezione, era liberale in Inghilterra e fascista a Roma». Nella nuova edizione del libro, in uscita a maggio, c`è un nuovo capitolo dedicato al contenuto del fascicolo che l`Ovra, il servizio segreto fascista, aprì sul conto di Marconi nel 1927. Dice Chiaberge: «Mussolini non si fidava di nessuno e faceva controllare tutti, anche Marconi. Il fatto di essere spiato non fa però di lui un antifascista. Non ho trovato una sola frase che esprima dissenso dal regime, né lì né nelle sue lettere. Inoltre già negli anni Trenta, quando presiedeva l`Accademia d`Italia, metteva
la “e” accanto agli scienziati ebrei. Mussolini non li voleva e lui per conformismo li segnava». Sul punto Falciasecca non è d`accordo e invita a considerare l`ipotesi che quelle annotazioni fossero soltanto l`evidenza di un problema che bisognava trovare il modo di risolvere: «Marconi non aveva il minimo sentimento antisemita e cercò anche di aiutare la figlia di Heinrich Hertz (il padre delle onde elettromagnetiche che ispirò la sua invenzione) fuggita in Inghilterra per motivi razziali».
Sia come sia, Marconi è stato da sempre vittima di quella che adesso si chiama cancel culture, una pratica che punta a rileggere e giudicare il passato con i nostri valori e che quindi ha visto la condanna popolare di Cristoforo Colombo per quello che poi è accaduto ai nativi americani, o del pittore Gauguin perché durante il suo soggiorno in Polinesia aveva rapporti con le minorenni che posavano per i suoi ritratti. E stato osservato che con questi criteri finirebbero nella polvere anche Henry Ford, Thomas Edison, Gandhi, lo stesso Steve Jobs e per tornare all`Italia, Luigi Pirandello che chiese l`iscrizione al partito nel settembre 1924, poco dopo l`orribile delitto Matteotti. Il fatto che il grande scrittore fosse fascista dovrebbe farci cestinare Uno, nessuno e centomila? E il fatto che lo fosse Marconi dovrebbe farci dimenticare il contributo che ha dato alla storia dell`umanità inventando le comunicazioni via radio? La risposta migliore la diede, subito dopo la guerra, il sindaco di Bologna Giuseppe Dozza, partigiano e comunista. Disse: «Il nome di Guglielmo Marconi appartiene a tutti gli italiani… dando forma reale all`idea di Maxwell e di Hertz, continua la splendente tradizione italica dei Volta, dei Galvani, dei Ferraris, dei Righi e costituisce un titolo di merito che il mondo intero deve pur riconoscere alla nostra sfortunata e generosa Patria».
Per questo credo che oggi dovremmo dire: viva l`Italia antifascista, sempre; ma anche: GRAZIE all`inventore e all`imprenditore Guglielmo Marconi.

È stato l`unico premio Nobel in Fisica della Storia a non aver preso una laurea
Che beffa: fascista ma nato il 25 aprile, il giorno della liberazione dal nazifascismo
Guglielmo Marconi (Bologna, 1874- Roma, 1937), inventore, imprenditore e Premio Nobel per la Fisica nel 1909

…e parliamo ancora di Guglielmo Marconi… il padre delle telecomunicazioniultima modifica: 2024-04-29T00:22:40+02:00da trsfolgore1
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