Ancora un bentornato nei ranghi…

Bentornato nei ranghi Tenente Medico Luciano Cardelli
..benché sia nel frattempo diventato un importante direttore di una famosa Casa di Cura, il suo “spirito” aleggia ancora nella nostra De Do e nei ricordi di coloro che lo conobbero negli anni ’68/’70 e non solo di coloro che con lui collaborarono, come il bravo Enzo Canciani, ma anche di chi, per qualche motivo, gli è riconoscente… come ci racconta uno dei nostri “storici” Paolo Fanciullacci:
“Erano i tempi in cui imperversava Petrus l’Amarissimo (al secolo T.Col. Omero Petricci) che ai tempi non mostrava gran comprensione per noi giovani di leva. Fu lui che, per un fattaccio che vi racconterò in appendice, mi rifilò, urlando come un ossesso e sputando dappertutto veleno e saliva, ben 10 giorni di CPR *(vedi nota).
Ma in quella cella, in cui mi spediva, mancava pure il vetro al finestrino e faceva un freddo cane e in quel periodo, di notte, il termometro arrivava a -7°!! Passati alcuni giorni però, richiamato da una mia richiesta di marcar visita (suggeritami da uno smaliziato capoposto), ecco il provvidenziale intervento del nostro Tenente Medico… la cella viene dichiarata “inagibile”!! Io vengo ricoverato in infermeria e lì concludo la “condanna” al calduccio ed evitando pure di partecipare alle esercitazioni.
Grazie ancora Signor Tenente!!”

* C.P.R. = Camera di Punizione di Rigore. Si entrava in cella senza cinghia, senza lacci delle scarpe, con una sola coperta e accompagnati da una guardia con fucile e baionetta in canna. Si dormiva su un tavolaccio inclinato di una decina di gradi dalla testa ai piedi. Se ci si addormentava e si rigirava nel sonno, piano piano ci si ritrovava con i polpacci fuori del tavolaccio. E la punizione veniva anche condivisa dal Corpo di Guardia visto che gli toccava un servizio in più e un commilitone sarebbe dovuto rimanere 24 ore su 24, baionetta in canna, all’esterno della cella buscandosi ancor più freddo dell’internato. I giorni di CPR si scontavano poi a fine leva poiché rinviavano, dello stesso numero, il congedo.

Appendice: Ma cosa avevo combinato per meritarmi quella punizione? Ecco qua:
Eravamo stati scelti in tre per andare a Roma alla RAI in via Asiago per una trasmissione radiofonica per le Forze Armate. Era una trasmissione a quiz condotta dal famoso Silvio Gigli cui avrebbero partecipato tre marinai, tre avieri e tre soldati dell’esercito.
Eravamo stati alloggiati nell’antica caserma Macao, non lontano dalla stazione Termini e, dopo la partecipazione alla trasmissione, ci sarebbe rimasto un giorno libero prima di rientrare. E fu dopo la trasmissione che decisi… prendere subito il treno per Firenze, passare del tempo a casa (Empoli) e poi riprendere a Firenze il treno del rientro sul quale avrei ritrovato i commilitoni provenienti da Roma… detto e fatto… avvertii i miei compagni e via…
Ma acc… quella sera stessa alla Macao qualcuno si accorse di questa “fuga”. E così, da poco giunto a casa dei miei, arrivò una telefonata dal sergente, che ci accompagnava, con la quale mi sollecitava a ritornare immediatamente a Roma perché, nel caso avessi superato le 24 ore di “fuga” mi avrebbero considerato DISERTORE!! Arrivai appena in tempo alla Macao e trovai un pieno di carabinieri, di ufficiali con stellette che sembrava un firmamento e il comandante della caserma che lanciava oscure minacce. Dopo lo shampoo potemmo di corsa prendere il treno verso Treviso. La mattina seguente l’altoparlante della De Dominicis avvertiva che il trasmettitore Fanciullacci Paolo era atteso nell’ufficio del colonnello comandante…. E il resto lo sapete..