Anche un parà può scrivere al Presidente…

Un sergente maggiore della Folgore scrive a Mattarella:”..l’obbedienza militare leale e consapevole è una virtù, quella cieca e assoluta può considerarsi un difetto”.
E’ questo un particolarissimo, anzi unico periodo storico della nostra Nazione in cui i comportamenti, gli spostamenti e il lavoro dei cittadini vengono condizionati da un “lasciapassare”. Mentre prosegue la tempesta quotidiana sui dati relativi all’epidemia (che sembra miracolosamente non riguardare i nostri militari) e taciute invece le possibilità di cura, mentre si continua ad applicare un protocollo ormai riconosciuto come errato e dannoso, mentre viene reso praticamente obbligatorio un tipo di “vaccino” sperimentale, un sergente della Folgore (che probabilmente del malumore si fa portavoce) prende la penna e scrive al Presidente.
Vanno lette con attenzione le parole che il sergente maggiore Ciro Scognamiglio, del 187° Reggimento Paracadutisti Folgore, rivolge a Mattarella. Sospeso dalla retribuzione per gli effetti del decreto legge 26 novembre 2021 n.172, il sottufficiale ricorda che “anche ai militari viene riconosciuto il diritto della libertà di manifestare il proprio pensiero… e che togliere lo stipendio a chi non ha altre risorse è come uccidere, ma per fortuna non si è ancora arrivati a sopprimere la coscienza intellettuale e lo stato di diritto, principi fondamentali della Costituzione italiana”.
E qui di seguito un breve riassunto della lunghissima lettera che può essere vista integralmente a questo link.
“Occorre avere l’onestà intellettuale, ancor prima del coraggio, di dirlo apertamente e senza timori: il lasciapassare verde o passaporto vaccinale che dir si voglia è una infame pratica ritorsiva. Si tratta a tutti gli effetti di una discriminazione che merita disprezzo e la massima opposizione da parte di tutti i cittadini che non sono disposti a piegarsi allo squallore del nuovo potere tecno-sanitario”.
“Anche i cittadini in armi hanno gradualmente preso coscienza del fatto che il certificato verde costituisce un palese strumento di discriminazione che collide con i principi fondamentali anche dell’ordinamento giuridico militare e sono considerati intangibili dalla Costituzione repubblicana per la quale il diritto di movimento e di assemblea, non sono in alcun modo vincolabili a presunti passaporti verdi, gialli o fucsia”. Per essa non esiste virus al mondo che possa disporre delle libertà e dei diritti e una scienza che ce lo chiedesse non sarebbe scienza, ma squallida ideologia proprio come l’infame dottrina della razza nel 1938 o l’aberrante dottrina eugenetica”. Continua a leggere

Il Giuramento

savona '67 - giuramentoIl Giuramento dell’89° a Savona nel 1967

Il “giuramento” corrisponde a un impegno che si concretizza attraverso la pronuncia di una formula di rito. Il Giuramento del soldato, previsto per legge, rappresenta il momento più importante della vita militare; è un impegno di fedeltà e ad agire con dedizione e rispetto alle istituzioni.
Nel Regolamento di disciplina militare del 1929, la formula era la seguente:
«Giuro di essere fedele a Sua Maestà il Re ed ai suoi Reali Successori, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato e di adempiere tutti i doveri del mio Stato, con il sol scopo del bene inseparabile del Re e della Patria».
La formula attuale del giuramento è prevista dall’art. 2 della legge 382/78 recita:

“Giuro d’essere fedele alla Repubblica Italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed onore a tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni”

Il Giuramento collettivo dei militari di truppa è così codificato: l’intero corpo si reca in piazza d’armi inquadrato in plotoni distinti per compagnie; assume la formazione in linea di colonne, ciascun plotone a destra della rispettiva compagnia. Il comandante di corpo, di fronte alle truppe schierate in armi e con la bandiera a destra, ordina di presentare le armi, sguaina la sciabola, legge la formula, e con voce vibrata domanda “Lo giurate voi?” Le reclute alzano la mano destra e gridano ad alta voce “Lo giuro!“. La fanfara intona l’inno nazionale mentre la truppa sfila in parata dinanzi alla tribuna abbandonando la piazza d’arme.
Gli ufficiali ed i sottufficiali ed i volontari in servizio permanente prestano invece il giuramento individuale, che deve essere rinnovato ogni volta che il militare cambia ruolo.

Il giuramento militare è un “vincolo personale” che riveste un ruolo fondamentale per l’assunzione dello status militis; si diventa militari solo dopo aver aderito alla formula del giuramento assumendo ben quattro impegni. Tre di essi sono comuni a ciascun cittadino: la fedeltà alla Repubblica, l’osservanza della Costituzione e delle leggi ed il dovere sacro della difesa della Patria secondo due articoli della Costituzione: – art. 52: “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino” – art. 54:, “tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi “… “i cittadini cui sono state affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Il quarto impegno, che distingue il militare, è quello di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri connessi allo “stato militare“.

Con il giuramento, il cittadino nello “stato militare” di ogni grado si impegna ad agire sempre animato da una elevata idealità del dovere, con spirito di abnegazione e sacrificio tale da sopportare i necessari disagi e privazioni, affrontare con coraggio i pericoli e dimostrandosi generoso in ogni contingenza. Il militare deve avere elevato il senso dell’onore militare che costituisce il bene più prezioso del patrimonio ideale delle forze armate. Egli, nel culto del dovere, nella fedeltà alla Patria, nel ricordo delle tradizioni militari, vive rettamente e generosamente la vita militare, dando prova in ogni occasione, di lealtà e fermezza di carattere. La lealtà determina la massima chiarezza nei rapporti tra i militari di qualsiasi grado, a mezzo di essa la disciplina si rafforza nella stima e nella fiducia reciproche .