C’era una volta la NAJA…. 2

In un precedente articoletto si è cercato di riportare alla memoria alcune parole ed espressioni tipiche della vecchia “naja” e capaci di suscitarci ricordi di gioventù; eccone di seguito alcune altre:
– Zanzara, Missile: il novizio, la recluta solitamente in fase addestrativa al CAR… quelli che nelle prime marce si producono piaghette ai piedi..
– Spina, Scheggia, Burbetta: Dal terzo al settimo mese, il militare assume lo status di “scheggia” o “burba” e per definizione “imbranato”. Se poi capita un imbranato vero, allora, specialmente i primi giorni, si scatenano su di lui gli scherzi più incredibili: “Tu non hai capito niente della vita militare”!; “Sta cominciando a piovere, vai a farti dare l’ombrello tattico di battaglione!”;”Resta, resta pure sull’attenti!”. E questo è il minimo.
– Capospina: Dal settimo al nono mese, il militare assume lo status di Capospina, solitamente “istruttore” delle schegge e svolge le mansioni di nonno, sotto la sua supervisione ed autorizzazione.
– Anziano: Il militare di truppa con una certa anzianità di servizio
– Nonno: militare di truppa con almeno nove mesi di servizio. In base al principio non scritto che “anzianità fa grado”, i “congedandi” scansano i servizi a scapito delle “burbe”, per alcuni mesi “vittime sacrificali”.
– Muto: In ambito militare significa “taci!/stai zitto!” detto classicamente a una noiosa “zanzara”.
– Cane morto: parolaccia insultante per indicare colui che non rispetta i sacri “nonni”.
– Stecca: è un gadget che si tramanda di scaglione in scaglione; viene ereditato dal “nonno” congedatosi e il militare, a sua volta congedante, lo lascerà in eredità al più giovane con il compito di cederlo all’atto del congedo, al “nonno” che gli succederà.
Come non parlare degli “scherzi da caserma“, ma intesi ovviamente come espressione di goliardia giovanile legata all’ambiente militare, da non confondere col teppismo del fenomeno “nonnismo”. Scherzi semplici e divertenti si fanno in qualunque contesto dove si raggruppano dei giovani… si facevano (e si fanno) anche a scuola o al campeggio o in comitiva (e anche al lavoro). Molto dipendeva dall’affiatamento creatosi con i compagni di caserma. I giovani “socievoli” partecipavano agli scherzi e li subivano, quelli un po’ “orsi” rimanevano imbronciati nella loro tana.
In qualche modo gli scherzi da caserma erano parte dello spirito militare, servivano anche a “passare il tempo” e se lo scherzo era fatto bene ci rideva di gusto anche il malcapitato!! Si diceva che lo scherzo è come il raffreddore e prima o poi lo si piglia tutti, nessuno è immune. Si parla ovviamente di scherzi, non di soprusi, e solitamente a farli erano gli anziani verso i nuovi arrivi e anche questo era “gavetta militare” a cui ci si doveva abituare o “imparare” a passarci sopra. Si vive in gruppo, si fa tutto in gruppo, e anche se si pensa di essere migliori o anche solo diversi bisogna essere disposti a cedere qualcosina e a passare sopra a un po’ di cose.
Le birbate di cui allora si sentiva più diffusamente parlare erano:
– il “dentifricio”, applicato sul cuscino di un nuovo arrivato: se il poveretto non si accorgeva di nulla, la mattina seguente era costretto a staccare la stoffa incollata alla barba con acqua calda e lametta.
– la “schiumata”: tipico scherzo di caserma che consiste nel cospargere di schiuma il corpo della vittima ma era semplicemente anche quello di mettere la schiuma da barba negli anfibi o nelle ciabatte.
– il “gavettone”: una “lavata” con un bel po’ d’acqua a un “lavativo” che dorme o che entra distratto in camerata… passabile in estate ma terribile in inverno!
– il “sacco”: poco prima di andare a dormire, mentre un compagno di camera è in bagno o comunque non in vista, gli si piegano le lenzuola del letto in un certo modo. il lenzuolo di sotto si mette normalmente, quello di sopra si rimbocca alla testata del letto e poi si piega, in modo che il letto sembri fatto normalmente, ma il lenzuolo di sopra arriva a metà del letto. Così, la vittima non riesce ad infilarsi nel letto, e deve disfare e rifare.
– lo “sbrandamento” sicuramente riservato a chi in giornata aveva fatto in qualche modo il “furbo” e, nella versione più tosta, l’”alzabandiera” … nel cuore della notte si afferra la sponda ai piedi del letto e si alza fino a quando il letto non è verticale… cosa che non si può dire per il dormiente!!
– lo “scivolo”: in quattro ci si dispone per ogni angolo della branda, si solleva delicatamente e si appoggia ogni piede su una saponetta bagnando il pavimento si porta il tutto in corridoio (bagnato pure quello), una bella spinta…..e ole’….a cozzare contro i cessi mentre ci si imbosca innocentemente in camerata.
– le “chiavi del camion”, sentita tra gli autieri… durante la notte (tra le 3.00 e le 5.00), si sveglia uno chiedendo insistentemente la restituzione delle chiavi dell’automezzo. Chi subisce lo scherzo, stordito dal sonno, non realizza subito, e solitamente cerca realmente delle chiavi…. e solitamente, una volta resosi conto della burla, lancia imprecazioni e insulti vari contro chi lo ha svegliato.
– la “telefonata” che ti fa correre a presentarti a un ufficio che non c’entra niente oppure la “licenza”… visto che solitamente appena arrivati si ha una imprescindibile nostalgia di casa e non si vede l’ora di andare in licenza ma non si sa quale sia la procedura corretta, si prepara in perfetto “stile esercito” un modulo C.C.T.P. ((Canta Che Te Passa) che il malcapitato compilerà per presentarlo all’Ufficiale di picchetto e usufruire immediatamente della meritata licenza!!
In alcune caserme purtroppo capitava anche di peggio. “Nonnismo” vero e proprio alla De Dominicis non ce n’era a meno che non si voglia considerare nonnismo qualche pompata o qualche sacco, però normalmente le burbe avevamo all’inizio un certo rispetto per gli anziani e per i superiori in generale…Entro certi limiti, i superiori fingevano di non accorgersene… la spiegazione probabilmente stava nel fatto che, essendo la vita militare finalizzata alla resistenza, alla vita di gruppo e alla continua attenzione, poteva loro apparire che questi “esercizi” fossero funzionali allo scopo. E sicuramente molti giovani sono usciti “irrobustiti” dal servizio di leva.
cosa era la naja b

C’era una volta la NAJA…. 2ultima modifica: 2021-05-29T17:34:01+02:00da trsfolgore1
Reposta per primo quest’articolo