…e quante manovre!

Assunta dal 15 ottobre 1945 la denominazione di Divisione leggera di fanteria “Folgore”, è stata una Grande Unità dell’E.I. e ha costituito per un quarantennio una delle colonne delle unità operative del 5º Corpo d’Armata, la più sostanziosa delle strutture poste a difesa della frontiera nord orientale dell’Alleanza Atlantica...
Ma, per poter essere efficienti, le esercitazioni sul campo, le “manovre”, negli anni ’60 erano all’ordine del giorno.passi manovrebuoni prelievo manovre
E, tra una e l’altra, a far manutenzione agli apparati e ripulire i cavi infangati. Certo per i più era decisamente meglio essere sul territorio anche con neve o caldo afoso piuttosto che restare in caserma addetti ai servizi, come p.es. la guardia di notte ai muri perimetrali.
Sandro Grossetti in uno scritto su Fb, ne ricorda alcune del suo periodo (1970):
19 – 26 Agosto aggregato alla caserma Gradisca d’Isonzo (GO) per collegamento con Squadrone Cavalleggeri di Saluzzo in manovra ad Amaro (UD). Qui il mio primo collegamento in telegrafia. La caserma è stata per un periodo CIE ora CARA, purtroppo.
30 Sett.- 7 Ott. Gradisca d’Isonzo (GO) – aggregato alla caserma del 33° Artiglieria
per la manovra che si è svolta ad Avisopoli presso Portogruaro (VE) e Manzinello (UD),
19 – 23 Ottobre Santa Maria la Longa (UD) – Manovra NATO “Black Wedow”,
Rientrato al battaglione il 23, il giorno successivo 24 si ripartirà
E posta l’immagine:

“L’autoradio con cui sono
uscito molte volte,
lo shelter degli anni ’70
“.

della quale riportiamo alcuni interessanti commenti:

Lillo Alessio: – STANAG 4411, il famoso porcellino OM CL.
Sandro Grossetti: – STANAG abbreviazione NATO di Standardization Agreement, pensavo si riferisse solo alle armi.
Gianni Cortinovis: – 4411 era lo Stanag del BTG TRS nel ‘68 tutti gli automezzi lo avevano.
Francesco Maino: – 4411 anche nel 74/76.
Pasquale Grotta: – Ciao Sandro, non ci conosciamo perché alla DeDo sono stato in officina da luglio ’73 a luglio ’74; la cosa che mi ha colpito nella foto è quel fregio “4411 con stemma Folgore” sull’OM alle tue spalle perché di quelli ne avevo dovuto allora ripristinare tanti.

Nel 1844 erano Telegrafisti, poi dal 1901 Marconisti, infine nel 2000 restano i Radioamatori…

La storia umana è ricca di esempi di “telegrafi” (ossia trasmissione a distanza di dati “codicizzati”) ma tutti ottici (ossia “visibili” dal ricevente); dopo la scoperta dell’elettricità (la pila di A.Volta è del 1799) le cose cominciano a cambiare. trasmettitore old 2Bisognerà attendere ancora qualche decennio per avere una maggior dimestichezza con il fenomeno, per l’utilizzo di conduttori in rame, di isolatori in ceramica, ecc. e per arrivare all’invenzione di S.Morse, che, riassumendo le esperienze di numerosi ricercatori in tutto il mondo, riuscì nel 1844 ad effettuare il primo collegamento telegrafico, su unico cavo e utilizzando il codice da lui studiato, tra Washington e Baltimora. Nel giro di pochi anni tutti i paesi si dotarono allora di impianti telegrafici, utilizzando anche posti relè, fino ad arrivare al primo collegamento intercontinentale nel 1866 tra Irlanda e Canada. Gli studi di M.Pupin ridurranno poi progressivamente le perdite di segnale nel percorso.
Nuovo impulso nel 1875 quando Baudot perfeziona l’hardware elettromeccanico per trasmettere il suo codice (binario a 5 cifre, precursore dell’attuale codice informatico ASCII) che verrà migliorato nel 1897 con il passaggio a nastro perforato.
Nel 1883 inizia la distribuzione di C.A. a 50 o 60 Hz dando luogo alla “guerra delle correnti” ma rendendo facilmente fruibile l’utilizzo di energia elettrica.
Da notare però che le prime radio potevano solo inviare segnali on/off e quindi adatte a trasmettere e ricevere solo il codice Morse perché nei primi sistemi era assente la sintonia, ossia la “canalizzazione“. Qualunque segnale veniva ricevuto da tutte le stazioni alla sua portata, con problemi di riservatezza, di interferenze e di volume dei messaggi ricevuti.
Nel 1888 H.R. Hertz inventa un “circuito oscillante” che genera onde elettromagnetiche e scopre la loro possibilità di essere “trasmesse”.
frequenze radioNikola Tesla realizza nel 1898 la prima trasmissione di segnali a distanza in etere (una barchetta a motore viene radiocomandata, con trasmissione multicanale, a oltre 100 km; ma l’invenzione, troppo in anticipo sui tempi, non viene compresa).
Dopo vari esperimenti iniziati nel 1895 e il suo brevetto della “radio” del 1897, Guglielmo Marconi nel 1901 effettua la prima trasmissione telegrafica senza fili attraverso l’Atlantico. L’innovazione salverà centinaia di persone in mare comprese quelle del 15 aprile 1912 per l’affondamento del Titanic.
Nel 1906 hanno successo i primi tentativi di trasmissione della voce umana quando R.Fessenden scopre la possibilità di “modulare” in ampiezza (AM) un’onda radio trasmessa, che verrà quindi definita “portante”, con un segnale audio. La trasduzione del segnale acustico in elettrico era già disponibile dopo l’invenzione del telefono (1871 Meucci – 1876 Bell).
Con un progressivo rapido perfezionamento degli apparati necessari (trasmettitori, ricevitori, antenne, cavi, ecc.) il 30 maggio 1924 Marconi realizza la prima trasmissione della voce umana fra Poldhu, in Inghilterra, e Sydney, in Australia; il 6 ottobre 1924 alle 21, Maria Luisa Boncompagni annuncia la messa in onda della prima trasmissione radiofonica in Italia per l’Unione Radiofonica Italiana.
Mentre la trasmissione di dati, che in quegli anni stimola la ricerca per aumentarne la velocità e ridurne i costi, porta allo sviluppo della telescrivente, simile alla macchina da scrivere (diffusasi già nel 1878), su cui l’operatore compone il testo da inviare. I caratteri digitati, automaticamente codificati con il codice Baudot vengono trasmessi e il segnale, ricevuto e riconvertito, viene direttamente stampato su un rotolo di carta. Negli anni trenta si sviluppa quindi la rete di telecomunicazione “Telex“, specifica per telescriventi e in grado di commutare automaticamente le comunicazioni; l’antesignana della moderna Rete Internet.
trasmettitore old -Etiopia 1936Per le trasmissioni audio via etere, nel 1935 Edwin H. Armstrong inventa la “modulazione di frequenza” (FM); in questo modo il segnale audio ricevuto risulta più immune da disturbi generati dall’apparato radio o da altri apparati elettrici o da elettricità atmosferica. E già si comincia a sperimentare la trasmissione di segnali televisivi e si studia l’utilizzo di onde radio per sistemi radar.
E la radiotelegrafia? Oggi è un’attività desueta; non è più utilizzata né per le comunicazioni ufficiali (dal 1º febbraio 1999 l’utilizzo in ambito marittimo non è più obbligatorio, in suo luogo c’è l’uso della tecnologia digitale GMDSS), né per radioamatori (dal 1988 l’esame non la comprende più), né dall’esercito (nel 1991 è stata chiusa la relativa scuola di specializzazione a S.Giorgio a Cremano).
Eppure, rimane in Italia come nel mondo una comunità poco nota di radioamatori che la usa tuttora come un social network, sfruttando comunque la sua capacità di raggiungere lunghe distanze utilizzando poca potenza.

Scuola Trasmissioni alla Cecchignola

Spatia Devinco Disiuncta Coniungocaserma perotti romacaserma perotti planimetria
caserma perotti cartolinaNegli anni ’60, con la leva a 15 mesi, la maggior parte dei militari di uno scaglione, terminati i due mesi di CAR, raggiungeva direttamente il Battaglione dove, tramite corsi interni, “imparava” il suo incarico, di trasmettitore o altro,  in seno all’Esercito.
Altri, come gli AUC, gli ASC e gli AS arrivavano invece alla DeDo dopo sei mesi di istruzione nelle Scuole Trasmissioni.
Altri ancora, gli “specializzati“, dopo i due mesi di CAR, prima di giungere al Battaglione venivano inviati alle Scuole Trasmissioni dove frequentavano quattro mesi di corso per acquisire la “specializzazione” (che avrebbe in seguito comportato anche la bellezza di Lire 20 in più nella ricca diaria di Lire 127).
Gli AUC, gli ASC, gli AS, tutti gli “specializzati” della 2° Compagnia (O.P.R. e G.E.) e i RM della 1°  Compagnia del nostro Battaglione sono passati quindi tutti dalla Scuola Trasmissioni della Cecchignola, allora “città militare”, alla periferia sud di Roma, la nostra vecchia caserma “Perotti“.
Vacanze Romane” dirà qualcuno… col cavolo… in quella caserma enorme tra continui servizi, studio ed esercitazioni si perdeva ancora più peso che al CAR; peso che si cercava di recuperare in libera uscita nelle trattorie in città a Roma (ma ci si metteva più di un’ora per andare e altrettanto per tornare).
Benché nell’E.I. fin dal 1861 vi fossero militari che si occupavano dei collegamenti, solo nel secondo dopoguerra fu fondata la prima “Scuola” dedicata ad essi. Dopo un passaggio a Nocera Inferiore e poi a Bracciano, questa trova infine sede a Roma nella ex Caserma Genova Cavalleria (guarda il caso!) che diventa Caserma Generale Perotti. L’unità era dapprima inglobata nella Scuola del Genio, ma diventa nel 1953 la “Scuola Trasmissioni” dei nostri vecchi tempi.
caserma perotti cartolina nuovaIl parco materiali era allora costituito da apparati di produzione inglese o statunitense, ma negli anni Settanta l’industria nazionale torna a produrre proprie apparecchiature e mezzi di comunicazione, migliorando i rapporti con il nostro EI e la formazione dei suoi Quadri; negli anni successivi poi, la galoppante evoluzione tecnologica dei sistemi di telecomunicazione e l’avvento delle trasmissioni digitali e satellitari rendono obsoleti nel giro di pochi anni i nostri vecchi telefoni e radio e altrettanto indispensabile una ben più profonda professionalità.
La nostra vecchia Perotti è oggi la “Scuola delle Trasmissioni e Informatica”.

Scuola Trasmissioni a San Giorgio Cremano

caserma cavalleri s-g-cremano 2caserma cavalleri s-g-cremano 4
La Scuola Trasmissioni della Cecchignola era stata aperta da circa due anni, quando, nel luglio 1948, alcuni suoi Ufficiali e Sottufficiali ricevono il compito di attivare un analogo centro di addestramento a San Giorgio a Cremano, periferia sud di Napoli, nella nuovissima caserma Antonio Cavalleri. L’unità assume ben presto la denominazione di “Scuola Specializzati delle Trasmissioni” e comincia sfornare militari specializzati in varie materie (Radiomontatori, Marconisti, Telescriventisti, Radiofonisti, Centralinisti) caserma cavalleri s-g-cremano 3
In quegli anni, la trafila degli specializzati “napoletani” era analoga a quella descritta per militari, ufficiali e sottufficiali della Scuola “romana” (militari prima al CAR poi al corso e i  graduati invece direttamente alla Scuola prima di raggiungere il Battaglione). Diversamente da quelle specializzazioni però, quelle che arrivavano da San Giorgio a Cremano, tranne i Radiomontatori, venivano alla De Dominicis inseriti nella 1° Compagnia. Quest’ultima,  almeno per un certo periodo, risultò più “corposa” della 2° (80/90 elementi contro 50/60). E’ possibile che questo fosse determinato dalla necessità di coprire con quelle specializzazioni i turni necessari di servizio presso il Comando dell’intera Divisione di Villa Margherita, per il quale i collegamenti erano ovviamente essenziali.
Visto il milite in fotografia, non è sbagliato dire che molti della DeDo impararono a “battere” alla “Cavalleri” in quel di Napoli.
La Scuola Specializzati delle Trasmissioni rimarrà attiva fino al 3 maggio 1991 quando, per una delle riforme dell’E.I.,  gli “abitanti” della Cavalleri diverranno quelli del 45° Reggimento Trasmissioni. E ancora, dopo di questi, dal 1998 ci sarà il 2° Comando delle Forze di Difesa e, dal 2002, la Divisione Acqui. Girovagando tra i vari gruppi di Facebook degli “ex”, si può notare che negli scorsi anni molti di essi hanno avuto l’occasione (e il permesso) di visitarla, ritrovando gli ambienti nei quali avevano vissuto.
Per un’altra recente modifica degli assetti dell’E.I. (2017), una parte della caserma è stata dismessa (la costruzione è ottimamente conservata e, per dirla tutta, meglio strutturata della sorella “romana”) e, stando a un recentissimo progetto della Regione Campania, potrebbe presto trasformarsi in un “Distretto del cinema” per la formazione professionale finalizzata a produzioni cinematografiche.

89° Reggimento Fanteria “Salerno”

Da Fb pubblico:
“- A.P. – 50 anni fa cominciava il mio periodo di naja partendo dalla caserma Turinetto di Albenga per il Car, poi San Giorgio a Cremano e quindi a Treviso al Battaglione Trasmissioni Folgore.
Un carissimo ricordo e saluti a tutti i commilitoni. Folgore!!!!
– G.S. – Più o meno il mio stesso percorso, solo che io ero alla Piave e poi al Battaglione Trasmissioni infine al Quartier Generale Folgore a Treviso. Anno 1967/68.”
……..

mostrina 89°E in effetti la stragrande maggioranza dei militi del Battaglione Trasmissioni Folgore erano stati “forgiati” (che parolone) nei C.A.R. dell’89° Reggimento Fanteria “Salerno”. Probabilmente in quella circostanza nessuno si prese la briga di raccontare alle “spine” la storia di quel Corpo, del quale erano chiamati a far parte, e le storie di coloro che sotto quella bandiera, a costo di grandi sacrifici, avevano meritato tanti riconoscimenti da parte dello Stato Italiano.
L’89º Reggimento “Salerno”, come parte dell’omonima Brigata, era stato costituito addirittura nel 1884 e nel 1887 era già su un campo di battaglia per l’Italia che allora, all’indomani dell’unità nazionale, già cercava spazi in Africa come le più grandi e antiche nazioni. E, in Eritrea, nel 1896 partecipò alla Battaglia di Adua.
Ma non solo in guerra… In occasione del terremoto calabro-siculo del 1908 si distinse nell’opera di soccorso con tale abnegazione e sprezzo del pericolo da meritare la ” Medaglia d’oro di benemerenza ” che costituisce la prima fronda d’alloro per la sua Bandiera.
89° stemma 2La prima medaglia d’argento al V.M. la riceve in Libia durante la guerra italo-turca il 27 febbraio 1912.
Durante la guerra 1915-1918 i suoi fanti si distinguono prima sul Carso, poi sul Grappa poi di nuovo sul Carso prima di trasferirsi in Francia, nelle Argonne prima e sulla Marna poi; ovunque, a costo di enormi sacrifici ma con grandi esempi di eroismo, conquistando medaglie e riconoscimenti.
In tempo di pace, l’89º prende sede a Genova ma, allo scoppio della 2° guerra mondiale, viene subito coinvolto a Mentone e poco dopo passa in Russia nei ranghi della Divisione Cosseria. E anche là vi saranno grandi dimostrazioni di coraggio ma ne uscirà decimato. Il “Salerno” riuscirà a tornare in patria solamente verso la fine di aprile del 1943. Trasferito in Toscana per potersi riorganizzare, viene però sciolto all’atto dell’armistizio dell’8 settembre.
Il 1º luglio 1958 il reggimento viene ricostituito con il Comando ad Imperia, con la denominazione di 89º Reggimento Fanteria “Salerno” C.A.R. e composto da quattro 89° posizioni casermebattaglioni così suddivisi in sette caserme liguri:

• Imperia – caserma Pietro Crespi
• Arma di Taggia – caserma G.B.Revelli
• Pieve di Teco – caserma Sebastiano Manfredi
• Albenga – caserme – Piave e – Aldo Turinetto
• Diano Castello – caserma Bruno Camandone
• Savona – caserma Bligny

Nel 1976, per la riforma dell’E.I. (quella che porterà anche al cambio del nome e funzioni del Battaglione Trasmissioni Folgore), il reggimento viene trasferito a Salerno nella Caserma A.Cascino (ora D’Avossa), dove rimane fino al 31 Gennaio 1991 quando viene sciolto e cede il posto al 19º Reggimento Cavalleggeri Guide.
Il 23 novembre 1980, era stato tra i primi reparti dell’esercito ad intervenire in Irpinia in aiuto delle popolazioni funestate dal terremoto.
Il medagliere di questo glorioso Reggimento è lungo quanto la sua Storia.

Per saperne di più, vedi: 89° Reggimento Fanteria “Salerno” oppure vai su Wikiwand

89° Reggimento: “Non chiedo dove”

Cominciò così per molti del Battaglione Trasmissioni Folgore:

“Unod.duè, unod.duè! … Passo! … (pum!) … Passo! … (pum!) … Cadenza! … (pum, … pum, … pum, pum, pum). … Squadraaa alt! … Ripp-zò! (riposo) … Att-hì! (attenti) … Ripp-zò!” …. al comando di un caporale le squadre di reclute percorrevano marciando per ore i tratti asfaltati all’interno della caserma. Suoni cadenzati, come una musica, che si alternavano alle note di “Una lacrima sul viso” di Bobby Solo – vincitore del recente festival di Sanremo – provenienti dallo spaccio….

Ma sono molti i momenti, anche di quel pur breve periodo, che ognuno può riempire di ricordi. E certamente vi sarà nelle mente di ognuno…

• E’ arrivata la “cartolina”… saluti ai parenti, si parte per il militare
• Già sul treno… poi alla stazione addio alla vita borghese… e poi l’arrivo alla caserma
• Prima giornata: la vestizione
89° vestizione
• Primi contatti con la gerarchia militare… caporali, sergenti, tenenti di giornata..
89° opuscolo orizz
• Ascoltare il silenzio, dormire in compagnia e abituarsi alla sveglia mattutina!
• Approccio alla mensa… non proprio come la cucina della mamma
• Ginnastica mattutina
• Inquadrarsi e marciare in sincrono
puntura• Un incubo per molti… il primo atto di virile coraggio… il punturone “salvavita”
• La doccia settimanale… ma perché sempre fredda!
• Prima libera uscita… da ora si gira sempre in divisa
• Nuove amicizie… da città lontane.
• La prima “deca”… ben 1.270 lire!
• Corsi di istruzione generici… ragazzi, attenti alla sifilide!
• Trasferimento al poligono di tiro… una bella marcia!
• Esercitazione con il fucile… accidenti che contraccolpo!
srcm• Lancio della bomba a mano… e c’è sempre chi tira a parabola la sua SRCM!
• Visite parenti… sembrava un secolo che non ci si vedeva.
• Giuramento… elmetto e guanti bianchi
• La tradotta per altre destinazioni… saluti ai nuovi amici.. chissà se ci rivedremo.
reclute al poligono

Cara la nostra vecchia DeDo…

Mentre la nostra “vecchietta” è in piena forma, ben tenuta e piena di vita, non si può dire altrettanto di molte delle altre caserme frequentate dagli ex-trasmettitori come la maggior parte di quelle liguri dell’89° Rgt Salerno rimaste vuote dopo il suo trasferimento nel 1976. Queste, dopo che lo Stato, grazie alla legge sul Federalismo Demaniale, ne aveva passato la proprietà agli Enti locali in cambio di un serio progetto di riqualificazione, sono rimaste abbandonate al degrado. E vediamo la situazione:
Imperia – caserma Pietro Crespi
Imperia, raccolta firme contro la trasformazione della ex-caserma in centro per migranti: “Non vogliamo diventare come Ventimiglia”
LaStampa, 12 Nov.2018 Un blitz dei carabinieri ha individuato senzatetto che avevano cercato rifugio nell’ex caserma Crespi. È l’ennesimo episodio…
ImperiaTv, 20 Nov.2019 – L’Agenzia del Demanio provvederà agli interventi sulla Palazzina Comando, dell’ex Caserma Crespi, che ospita gli uffici della Ragioneria e dell’Archivio di Stato….
Ma, mentre la palazzina d’ingresso è occupata dai VV.FF. e la palazzina Comando da uffici statali, il grosso, l’edificio principale, resta in abbandono e degrado…!01 Imperia
Arma di Taggia – caserma G.B.Revelli
… circa 600mila metri quadri, passati dall’agenzia del Demanio a Comune e Provincia… Sanremo News.it:
23 ottobre 2018: ex Caserme Revelli, entro 15 giorni via ai lavori. La Giunta approva una variazione di bilancio….
– 17 settembre 2019: ex Caserme Revelli nel completo degrado…!
02 Arma x2
Pieve di Teco – caserma Sebastiano Manfredi
L’edificio, a monte dell’abitato è sull’area già occupata dal castello dei Marchesi di 03 PieveClavesana nel 1472. Distrutto nel 1625 (conflitto tra Genova e Savoia), ricostruito nel 1645 e occupato dal Convento delle Agostiniane. Espropriato nell’Ottocento e trasformato in caserma dedicata a Sebastiano Manfredi, caduto in Africa nel 1896. Vari reparti Alpini passeranno da questa caserma prima dell’89°. Acquisita e restaurata dal Comune è oggi Spazio Aggregativo d’Arte Cultura e Storia. Ospita un Museo delle Maschere, un auditorium, una sala espositiva, servizi socio-culturali e dal 2014 l’Ist. Tecn. Commerciale Statale.
Albenga – caserma Piave
Il Comune ha venduto alcuni anni fa l’ex Caserma Piave per 4,2 milioni di euro alla CDP. 04 Albenga PiaveAttorno all’immobile si è ipotizzata ogni genere di destinazione d’uso, dalla realizzazione di un complesso ricettivo-residenziale, alla creazione di un Centro di Identificazione ed Espulsione dei migranti, a Polo Scolastico o Tecnologico-sperimentale, Accademia militare ed altro ancora.
Ma aldilà di congetture più o meno fantasiose resta il fatto che non è dato sapere il futuro di uno dei simboli della città, caduto nel frattempo in assoluto degrado.
Albenga – caserma Aldo Turinetto
La riqualificazione è stata oggetto di studio delle varie amministrazioni provinciali e comunali. 05 Albenga TurinettoFiniti nel cassetto i progetti precedenti, nel 2017 è stato bandito un ulteriore concorso vinto dall’architetto albanese Ermal Brahimaj. Al termine del 2019 dovrebbero iniziare i lavori con la demolizione delle strutture esistenti. Nel frattempo è stata usata da varie realtà per i più diversi scopi, anche come sede dei mezzi della nettezza urbana.
Diano Castello – caserma Bruno Camandone
Imperiapost.it, 6 Gennaio 2014 – A.A.A. VENDESI Ex Caserma Camandone con trattativa privata. 06 DianoL’area interessata è molto vasta (120 mila mq con 30 costruzioni. L’area potrà essere trasformata in un complesso turistico ricettivo oppure in una struttura socio-sanitaria assistenziale….
Da allora più nessuna notizia e la storica caserma è in stato di degrado e abbandono.
Savona – caserma Bligny
Ex caserma Bligny è ora Campus Universitario. Lo studio UNA2 di Genova ha completato il progetto di riqualificazione della caserma C.A.R. Bligny e il complesso si è trasformato in un nuovo campus universitario. Complimenti!07 Savona x2Negli scorsi anni l’amico Orazio Rivetti, grande trasmettitore della 2° Compagnia – 1° ’72 e tra i più assidui frequentatori degli annuali raduni, aveva anche pazientemente documentato fotograficamente il disastro in cui il nostro Stato sprecone aveva lasciato tutte le suddette caserme.

Il Giuramento

savona '67 - giuramentoIl Giuramento dell’89° a Savona nel 1967

Il “giuramento” corrisponde a un impegno che si concretizza attraverso la pronuncia di una formula di rito. Il Giuramento del soldato, previsto per legge, rappresenta il momento più importante della vita militare; è un impegno di fedeltà e ad agire con dedizione e rispetto alle istituzioni.
Nel Regolamento di disciplina militare del 1929, la formula era la seguente:
«Giuro di essere fedele a Sua Maestà il Re ed ai suoi Reali Successori, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato e di adempiere tutti i doveri del mio Stato, con il sol scopo del bene inseparabile del Re e della Patria».
La formula attuale del giuramento è prevista dall’art. 2 della legge 382/78 recita:

“Giuro d’essere fedele alla Repubblica Italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed onore a tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni”

Il Giuramento collettivo dei militari di truppa è così codificato: l’intero corpo si reca in piazza d’armi inquadrato in plotoni distinti per compagnie; assume la formazione in linea di colonne, ciascun plotone a destra della rispettiva compagnia. Il comandante di corpo, di fronte alle truppe schierate in armi e con la bandiera a destra, ordina di presentare le armi, sguaina la sciabola, legge la formula, e con voce vibrata domanda “Lo giurate voi?” Le reclute alzano la mano destra e gridano ad alta voce “Lo giuro!“. La fanfara intona l’inno nazionale mentre la truppa sfila in parata dinanzi alla tribuna abbandonando la piazza d’arme.
Gli ufficiali ed i sottufficiali ed i volontari in servizio permanente prestano invece il giuramento individuale, che deve essere rinnovato ogni volta che il militare cambia ruolo.

Il giuramento militare è un “vincolo personale” che riveste un ruolo fondamentale per l’assunzione dello status militis; si diventa militari solo dopo aver aderito alla formula del giuramento assumendo ben quattro impegni. Tre di essi sono comuni a ciascun cittadino: la fedeltà alla Repubblica, l’osservanza della Costituzione e delle leggi ed il dovere sacro della difesa della Patria secondo due articoli della Costituzione: – art. 52: “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino” – art. 54:, “tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi “… “i cittadini cui sono state affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Il quarto impegno, che distingue il militare, è quello di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri connessi allo “stato militare“.

Con il giuramento, il cittadino nello “stato militare” di ogni grado si impegna ad agire sempre animato da una elevata idealità del dovere, con spirito di abnegazione e sacrificio tale da sopportare i necessari disagi e privazioni, affrontare con coraggio i pericoli e dimostrandosi generoso in ogni contingenza. Il militare deve avere elevato il senso dell’onore militare che costituisce il bene più prezioso del patrimonio ideale delle forze armate. Egli, nel culto del dovere, nella fedeltà alla Patria, nel ricordo delle tradizioni militari, vive rettamente e generosamente la vita militare, dando prova in ogni occasione, di lealtà e fermezza di carattere. La lealtà determina la massima chiarezza nei rapporti tra i militari di qualsiasi grado, a mezzo di essa la disciplina si rafforza nella stima e nella fiducia reciproche .

La lunga, ma non troppo, storia dei “collegamenti”

elettricitàSenza andare troppo indietro ai primi studi sul magnetismo ed elettrostatica che ci porterebbero indietro di un altro paio di secoli, dedichiamo un momento per un “sorvolo” solo su alcuni dei tanti personaggi che hanno contribuito nella storia a portare l’umanità all’attuale grado di sviluppo e, nel nostro piccolo, a procurarci quei materiali che abbiamo anche noi usato per realizzare dei “collegamenti”. Eccone un elenco:

B. Franklin (1750 parafulmine), G.B. Beccaria (elettricità atmosferica) , C,A.Coulomb (quantità di cariche), L. Galvani (1791 elettricità animale), Alessandro Volta (1799 pila, tensione), H.C. Oersted (1821 forza magnetica), A.M. Ampere (intensità), J. Watt (potenza), J. Henry (induttanza), W.E. Weber e Gauss (1833, flusso, telegrafo ad ago), M. Faraday (capacità), G.S. Ohm (resistenza), L. Foucault (correnti parassite), Samuel Morse (1837 telegrafo e codice), C. Wheatstone (1840 reostato), Lord Kelvin (1845 galvanometro, ricevitore cablografico, cavi oceanici), J.C. Maxwell (1850 elettromagnetismo della luce), ConstellationGPSW.V. Siemens (1855 conducibilità), A. Pacinotti (1864 dinamo), A. Meucci (1871 telefono), Baudot (1874 stampa telegrafia, codice telegrafico), T.A. Edison (1879 lampada a scarica, 1877 fonografo), Z. Ferranti e G. Ferraris (1885 – teorico e pratico della c.a.), L. Gaulard (1886 trasformatore), A. Cruto (1880 lampada filamento), H.R. Hertz (1887 misura frequenza), N. Tesla (1893 alta frequenza), A.Righi (1895 oscillazioni elettriche), O.Lodge e Guglielmo Marconi (1895 radiocomunicazioni), V. Paulsen (1896 magnetofono), M. Planck (1896 teoria dei quanti), W. Roentgen (1897 raggi x), K.F. Braun (1898 tubo catodico), M.Pupin (1899 attenuazione cavi)), J.A. Fleming (1904 valvola diodo), R.Fessenden (modulazione ampiezza), L. De Forest (1907 triodo), G.Westinghouse (1911 distribuzione in c.a.), Ernst Alexanderson (1910 trasmettitore o.c.), J.L. Baird (1926 televisione), V.K. Zworykin (1931 tubo di ripresa), E.H. Armstrong (1935 radio FM), …. W.H. Brattain (1948 transistor),… K.S. Immink (1972 segnali digitali)…. e citiamo anche Massimiliano Bianchi (2009 raduno trasmettitori)!.

Rivisto così questo elenco, sembra veramente incredibile che in così breve tempo si sia potuto fare un “salto” tanto lungo! E i personaggi citati, scienziati che hanno dedicato anni e anni a studi, ricerche, sperimentazioni che comportarono sicuramente anche tanti sacrifici e amarezze prima di giungere a un risultato… che ad alcuni oggi potrebbe apparire scontato e banale ma che allora proprio non lo era! E insieme a questi personaggi citati, altre migliaia di persone hanno lavorato con impegno e passione anche senza raggiungere il successo e la notorietà. A tutti loro bisogna rivolgere n pensiero riconoscente! Certamente, se dovessimo scegliere, diremmo che due di loro ci sono particolarmente vicini: Samuel Morse e Guglielmo Marconi.

Uno dei “grandi”…. Samuel Morse!

Samuel Finley Breese Morse (americano, 1791-1872) fino a 40 anni voleva fare il pittore e aveva raggiunto una buona notorietà nell’ambiente, ma è invece ricordato per aver inventato, insieme ad Alfred Vail, il telegrafo elettrico e il codice che da lui prende il nome.
La storia che fece scattare in lui la scintilla merita di essere raccontata:
samuel morse“Sposato, abitava a New Haven, quando ricevette l’incarico per alcuni dipinti a Washington (500 km a sud).
Mentre dipingeva, un messaggero a cavallo consegnò una lettera da suo padre che diceva: “La tua cara moglie è in convalescenza”. Il giorno seguente ricevette una lettera da suo padre che riportava la morte improvvisa della moglie. Morse lasciò immediatamente Washington per rientrare a casa ma quando arrivò, sua moglie era già stata sepolta. Col cuore spezzato, visto che per giorni non era stato a conoscenza degli avvenimenti di casa, gli nacque l’idea di studiare sulla fattibilità di un mezzo di comunicazione veloce e a lunga distanza”.
E la vita gli offrì l’opportunità:
Mentre tornava in nave dall’Europa nel 1832 (aveva trascorso il 1830 a Roma), Morse incontrò Charles Thomas Jackson di Boston, un uomo ben istruito sull’elettromagnetismo. Fu seguendone le indicazioni che Morse prese a occuparsi di esperimenti chimici ed elettrici fino a sviluppare il concetto di un telegrafo a filo singolo e poi il famoso codice (che diventò la lingua principale della trasmissione di dati nel mondo).
Ma Morse, che non aveva dimenticato i precedenti propositi, mirava a far costruire una linea sperimentale di comunicazione tra Washington e Baltimora lungo la linea ferrata; e alla fine vi riuscì nel 1843 dopo aver ottenuto il necessario finanziamento.
telegrafo 1Ma un grande fermento agitava il mondo scientifico sull’argomento e perciò, sempre per i casi della vita, bisogna sapere che nel frattempo William Cooke, Charles Wheatstone, Wilhelm Weber e Carl Gauss, in tempi e luoghi diversi, avevano raggiunto anch’essi la fase di lancio di un telegrafo commerciale… e prima di Morse, nel 1833… ma il loro metodo prevedeva una segnalazione a fili multipli e fu quindi subito superato dal metodo più economico di Morse.