Per i tanti della DeDo che la Scuola Trasmissioni…

Un video dedicato a tutti coloro che prima di arrivare alla De Dominicis sono transitati per alcuni mesi alla Scuola Trasmissioni della Cecchignola per uscirne Operatori Ponti Radio (incarico 118) – Motorista Gruppi Elettrogeni (incarico 50) – Radiomontatore (incarico 56) – Apparecchiatore di Linea (incarico 7/b) – Centralinista (incarico 17) ………..

Un supporto a volte invisibile ma che sostiene quotidianamente l’ Esercito Italiano, per comunicare in Patria e all’estero in qualsiasi condizione operativa. Questa è l’Arma delle Trasmissioni!
#EsercitoItaliano #NoiciSiamoSempre #ArmadelleTrasmissioni

– da un promemoria del Trasmettitore Orazio Rivetti.
– sullo stesso argomento vedi anche larticolo a pag.4.

Raduni, vediamo cosa c’è in “soffitta”…

old 0Quella dei “Raduni” è anche una buona occasione di aver tra le mani “vecchi arnesi” che alcuni tra i partecipanti usarono nel loro fatidico periodo “trasmissivo”. Molto bene hanno fatto i responsabili della Caserma a mantenerne alcuni esemplari per dare una “profondità storica” ai giovani e far toccare loro con mano che anche, e sopratutto, nei tempi passati la possibilità di creare collegamenti tra i Reparti era una cosa tutt’altro che semplice.
Il materiale esposto non è molto e le foto che lo riprendono non sono proprio dedicate ma cercheremo nei prossimi anni di migliorare tale documentazione…

…e allora vien voglia di andare a cercare qualcosa di quel che ai tempi ci veniva dato da studiare..

….eh già!!

a proposito di vecchi apparati…

Ecco dei reperti veramente eccezionali segnalati dall’amico Sandro Grossetti, ACS della 1° Compagnia 1°/’70 e da anni appassionato radioamatore:   
Un telegrafo e un telefono da campo sono stati raccolti dalla nonna di un mio commilitone nei primi giorni successivi alla ritirata di Caporetto iniziata quel tremendo 24 ottobre 1917.
   
Questo è successo in una località nei pressi di Ragogna, Udine, dove si svolse appunto la “Battaglia di Ragogna” nella quale alcuni reparti furono impegnati nel tentativo di ritardare la rapida avanzata degli Austro-Tedeschi verso il fiume Tagliamento.
Contemporaneamente, pochi chilometri più a sud, a Pozzuolo del Friuli, il Reggimento “Lancieri di Novara” caricava a cavallo armato di lance e spade.
Per noi, della vecchia Folgore e della De Dominicis, il nome “Lancieri di Novara” è particolarmente significativo, ma a Pozzuolo si sacrificarono anche il Reggimento “Genova Cavalleria” e la Brigata “Bergamo”.

Di questi avvenimenti si può trovare documentazione nei seguenti link:
La Battaglia di Ragogna, La Battaglia di Pozzuolo del Friuli e nell’interessantissimo sito Itinerari della Grande Guerra.

Le Trasmissioni, oggi..

Per coloro che volessero confrontare i propri ricordi con l’attuale situazione relativamente agli apparati in dotazione, potrà averne un certo quadro nel corso di ogni Raduno. Si tratta di certamente di un’occasione molto particolare quella di per poter visitare i laboratori e porre domande al personale in servizio.
laboratoriolaboratorio 2
La visita a questi settori, per motivi facili da comprendere, non può essere documentata ma si può riportare la sensazione che se ne riceve che è sicuramente di una elevata professionalità e di un’ottima organizzazione. E’ chiaro che, nell’epoca quasi del 5G, il continuo aggiornamento e un’assidua ricerca sono alla base dell’efficienza delle trasmissioni che si è resa sempre più necessaria per il collegamento dei reparti e per la riuscita dei disegni operativi. E l’efficienza è strettamente legata alla capacità di “manutenzione” e di riparazione degli apparati di dotazione, che sono sempre più complessi; è una capacità che si acquisisce con anni di esperienza e corsi teorico-pratici.
E l’Arma delle Trasmissioni oggi è anche divisa in due specialità: telematica e guerra elettronica; la telematica si occupa dei collegamenti sia tattici sia strategici e delle contromisure elettroniche, sia in patria sia nei teatri operativi; guerra elettronica si occupa delle intercettazioni delle comunicazioni nemiche e del disturbo delle stesse (un reparto con questo compito era già ben attivo durante la 2° guerra mondiale).
All’attuale 184° Battaglione tutti gli auguri possibili dagli ex-folgotrasmettitori!!

Nel 1844 erano Telegrafisti, poi dal 1901 Marconisti, infine nel 2000 restano i Radioamatori…

La storia umana è ricca di esempi di “telegrafi” (ossia trasmissione a distanza di dati “codicizzati”) ma tutti ottici (ossia “visibili” dal ricevente); dopo la scoperta dell’elettricità (la pila di A.Volta è del 1799) le cose cominciano a cambiare. trasmettitore old 2Bisognerà attendere ancora qualche decennio per avere una maggior dimestichezza con il fenomeno, per l’utilizzo di conduttori in rame, di isolatori in ceramica, ecc. e per arrivare all’invenzione di S.Morse, che, riassumendo le esperienze di numerosi ricercatori in tutto il mondo, riuscì nel 1844 ad effettuare il primo collegamento telegrafico, su unico cavo e utilizzando il codice da lui studiato, tra Washington e Baltimora. Nel giro di pochi anni tutti i paesi si dotarono allora di impianti telegrafici, utilizzando anche posti relè, fino ad arrivare al primo collegamento intercontinentale nel 1866 tra Irlanda e Canada. Gli studi di M.Pupin ridurranno poi progressivamente le perdite di segnale nel percorso.
Nuovo impulso nel 1875 quando Baudot perfeziona l’hardware elettromeccanico per trasmettere il suo codice (binario a 5 cifre, precursore dell’attuale codice informatico ASCII) che verrà migliorato nel 1897 con il passaggio a nastro perforato.
Nel 1883 inizia la distribuzione di C.A. a 50 o 60 Hz dando luogo alla “guerra delle correnti” ma rendendo facilmente fruibile l’utilizzo di energia elettrica.
Da notare però che le prime radio potevano solo inviare segnali on/off e quindi adatte a trasmettere e ricevere solo il codice Morse perché nei primi sistemi era assente la sintonia, ossia la “canalizzazione“. Qualunque segnale veniva ricevuto da tutte le stazioni alla sua portata, con problemi di riservatezza, di interferenze e di volume dei messaggi ricevuti.
Nel 1888 H.R. Hertz inventa un “circuito oscillante” che genera onde elettromagnetiche e scopre la loro possibilità di essere “trasmesse”.
frequenze radioNikola Tesla realizza nel 1898 la prima trasmissione di segnali a distanza in etere (una barchetta a motore viene radiocomandata, con trasmissione multicanale, a oltre 100 km; ma l’invenzione, troppo in anticipo sui tempi, non viene compresa).
Dopo vari esperimenti iniziati nel 1895 e il suo brevetto della “radio” del 1897, Guglielmo Marconi nel 1901 effettua la prima trasmissione telegrafica senza fili attraverso l’Atlantico. L’innovazione salverà centinaia di persone in mare comprese quelle del 15 aprile 1912 per l’affondamento del Titanic.
Nel 1906 hanno successo i primi tentativi di trasmissione della voce umana quando R.Fessenden scopre la possibilità di “modulare” in ampiezza (AM) un’onda radio trasmessa, che verrà quindi definita “portante”, con un segnale audio. La trasduzione del segnale acustico in elettrico era già disponibile dopo l’invenzione del telefono (1871 Meucci – 1876 Bell).
Con un progressivo rapido perfezionamento degli apparati necessari (trasmettitori, ricevitori, antenne, cavi, ecc.) il 30 maggio 1924 Marconi realizza la prima trasmissione della voce umana fra Poldhu, in Inghilterra, e Sydney, in Australia; il 6 ottobre 1924 alle 21, Maria Luisa Boncompagni annuncia la messa in onda della prima trasmissione radiofonica in Italia per l’Unione Radiofonica Italiana.
Mentre la trasmissione di dati, che in quegli anni stimola la ricerca per aumentarne la velocità e ridurne i costi, porta allo sviluppo della telescrivente, simile alla macchina da scrivere (diffusasi già nel 1878), su cui l’operatore compone il testo da inviare. I caratteri digitati, automaticamente codificati con il codice Baudot vengono trasmessi e il segnale, ricevuto e riconvertito, viene direttamente stampato su un rotolo di carta. Negli anni trenta si sviluppa quindi la rete di telecomunicazione “Telex“, specifica per telescriventi e in grado di commutare automaticamente le comunicazioni; l’antesignana della moderna Rete Internet.
trasmettitore old -Etiopia 1936Per le trasmissioni audio via etere, nel 1935 Edwin H. Armstrong inventa la “modulazione di frequenza” (FM); in questo modo il segnale audio ricevuto risulta più immune da disturbi generati dall’apparato radio o da altri apparati elettrici o da elettricità atmosferica. E già si comincia a sperimentare la trasmissione di segnali televisivi e si studia l’utilizzo di onde radio per sistemi radar.
E la radiotelegrafia? Oggi è un’attività desueta; non è più utilizzata né per le comunicazioni ufficiali (dal 1º febbraio 1999 l’utilizzo in ambito marittimo non è più obbligatorio, in suo luogo c’è l’uso della tecnologia digitale GMDSS), né per radioamatori (dal 1988 l’esame non la comprende più), né dall’esercito (nel 1991 è stata chiusa la relativa scuola di specializzazione a S.Giorgio a Cremano).
Eppure, rimane in Italia come nel mondo una comunità poco nota di radioamatori che la usa tuttora come un social network, sfruttando comunque la sua capacità di raggiungere lunghe distanze utilizzando poca potenza.

Scuola Trasmissioni alla Cecchignola

Spatia Devinco Disiuncta Coniungocaserma perotti romacaserma perotti planimetria
caserma perotti cartolinaNegli anni ’60, con la leva a 15 mesi, la maggior parte dei militari di uno scaglione, terminati i due mesi di CAR, raggiungeva direttamente il Battaglione dove, tramite corsi interni, “imparava” il suo incarico, di trasmettitore o altro,  in seno all’Esercito.
Altri, come gli AUC, gli ASC e gli AS arrivavano invece alla DeDo dopo sei mesi di istruzione nelle Scuole Trasmissioni.
Altri ancora, gli “specializzati“, dopo i due mesi di CAR, prima di giungere al Battaglione venivano inviati alle Scuole Trasmissioni dove frequentavano quattro mesi di corso per acquisire la “specializzazione” (che avrebbe in seguito comportato anche la bellezza di Lire 20 in più nella ricca diaria di Lire 127).
Gli AUC, gli ASC, gli AS, tutti gli “specializzati” della 2° Compagnia (O.P.R. e G.E.) e i RM della 1°  Compagnia del nostro Battaglione sono passati quindi tutti dalla Scuola Trasmissioni della Cecchignola, allora “città militare”, alla periferia sud di Roma, la nostra vecchia caserma “Perotti“.
Vacanze Romane” dirà qualcuno… col cavolo… in quella caserma enorme tra continui servizi, studio ed esercitazioni si perdeva ancora più peso che al CAR; peso che si cercava di recuperare in libera uscita nelle trattorie in città a Roma (ma ci si metteva più di un’ora per andare e altrettanto per tornare).
Benché nell’E.I. fin dal 1861 vi fossero militari che si occupavano dei collegamenti, solo nel secondo dopoguerra fu fondata la prima “Scuola” dedicata ad essi. Dopo un passaggio a Nocera Inferiore e poi a Bracciano, questa trova infine sede a Roma nella ex Caserma Genova Cavalleria (guarda il caso!) che diventa Caserma Generale Perotti. L’unità era dapprima inglobata nella Scuola del Genio, ma diventa nel 1953 la “Scuola Trasmissioni” dei nostri vecchi tempi.
caserma perotti cartolina nuovaIl parco materiali era allora costituito da apparati di produzione inglese o statunitense, ma negli anni Settanta l’industria nazionale torna a produrre proprie apparecchiature e mezzi di comunicazione, migliorando i rapporti con il nostro EI e la formazione dei suoi Quadri; negli anni successivi poi, la galoppante evoluzione tecnologica dei sistemi di telecomunicazione e l’avvento delle trasmissioni digitali e satellitari rendono obsoleti nel giro di pochi anni i nostri vecchi telefoni e radio e altrettanto indispensabile una ben più profonda professionalità.
La nostra vecchia Perotti è oggi la “Scuola delle Trasmissioni e Informatica”.

Scuola Trasmissioni a San Giorgio Cremano

caserma cavalleri s-g-cremano 2caserma cavalleri s-g-cremano 4
La Scuola Trasmissioni della Cecchignola era stata aperta da circa due anni, quando, nel luglio 1948, alcuni suoi Ufficiali e Sottufficiali ricevono il compito di attivare un analogo centro di addestramento a San Giorgio a Cremano, periferia sud di Napoli, nella nuovissima caserma Antonio Cavalleri. L’unità assume ben presto la denominazione di “Scuola Specializzati delle Trasmissioni” e comincia sfornare militari specializzati in varie materie (Radiomontatori, Marconisti, Telescriventisti, Radiofonisti, Centralinisti) caserma cavalleri s-g-cremano 3
In quegli anni, la trafila degli specializzati “napoletani” era analoga a quella descritta per militari, ufficiali e sottufficiali della Scuola “romana” (militari prima al CAR poi al corso e i  graduati invece direttamente alla Scuola prima di raggiungere il Battaglione). Diversamente da quelle specializzazioni però, quelle che arrivavano da San Giorgio a Cremano, tranne i Radiomontatori, venivano alla De Dominicis inseriti nella 1° Compagnia. Quest’ultima,  almeno per un certo periodo, risultò più “corposa” della 2° (80/90 elementi contro 50/60). E’ possibile che questo fosse determinato dalla necessità di coprire con quelle specializzazioni i turni necessari di servizio presso il Comando dell’intera Divisione di Villa Margherita, per il quale i collegamenti erano ovviamente essenziali.
Visto il milite in fotografia, non è sbagliato dire che molti della DeDo impararono a “battere” alla “Cavalleri” in quel di Napoli.
La Scuola Specializzati delle Trasmissioni rimarrà attiva fino al 3 maggio 1991 quando, per una delle riforme dell’E.I.,  gli “abitanti” della Cavalleri diverranno quelli del 45° Reggimento Trasmissioni. E ancora, dopo di questi, dal 1998 ci sarà il 2° Comando delle Forze di Difesa e, dal 2002, la Divisione Acqui. Girovagando tra i vari gruppi di Facebook degli “ex”, si può notare che negli scorsi anni molti di essi hanno avuto l’occasione (e il permesso) di visitarla, ritrovando gli ambienti nei quali avevano vissuto.
Per un’altra recente modifica degli assetti dell’E.I. (2017), una parte della caserma è stata dismessa (la costruzione è ottimamente conservata e, per dirla tutta, meglio strutturata della sorella “romana”) e, stando a un recentissimo progetto della Regione Campania, potrebbe presto trasformarsi in un “Distretto del cinema” per la formazione professionale finalizzata a produzioni cinematografiche.

La lunga, ma non troppo, storia dei “collegamenti”

elettricitàSenza andare troppo indietro ai primi studi sul magnetismo ed elettrostatica che ci porterebbero indietro di un altro paio di secoli, dedichiamo un momento per un “sorvolo” solo su alcuni dei tanti personaggi che hanno contribuito nella storia a portare l’umanità all’attuale grado di sviluppo e, nel nostro piccolo, a procurarci quei materiali che abbiamo anche noi usato per realizzare dei “collegamenti”. Eccone un elenco:

B. Franklin (1750 parafulmine), G.B. Beccaria (elettricità atmosferica) , C,A.Coulomb (quantità di cariche), L. Galvani (1791 elettricità animale), Alessandro Volta (1799 pila, tensione), H.C. Oersted (1821 forza magnetica), A.M. Ampere (intensità), J. Watt (potenza), J. Henry (induttanza), W.E. Weber e Gauss (1833, flusso, telegrafo ad ago), M. Faraday (capacità), G.S. Ohm (resistenza), L. Foucault (correnti parassite), Samuel Morse (1837 telegrafo e codice), C. Wheatstone (1840 reostato), Lord Kelvin (1845 galvanometro, ricevitore cablografico, cavi oceanici), J.C. Maxwell (1850 elettromagnetismo della luce), ConstellationGPSW.V. Siemens (1855 conducibilità), A. Pacinotti (1864 dinamo), A. Meucci (1871 telefono), Baudot (1874 stampa telegrafia, codice telegrafico), T.A. Edison (1879 lampada a scarica, 1877 fonografo), Z. Ferranti e G. Ferraris (1885 – teorico e pratico della c.a.), L. Gaulard (1886 trasformatore), A. Cruto (1880 lampada filamento), H.R. Hertz (1887 misura frequenza), N. Tesla (1893 alta frequenza), A.Righi (1895 oscillazioni elettriche), O.Lodge e Guglielmo Marconi (1895 radiocomunicazioni), V. Paulsen (1896 magnetofono), M. Planck (1896 teoria dei quanti), W. Roentgen (1897 raggi x), K.F. Braun (1898 tubo catodico), M.Pupin (1899 attenuazione cavi)), J.A. Fleming (1904 valvola diodo), R.Fessenden (modulazione ampiezza), L. De Forest (1907 triodo), G.Westinghouse (1911 distribuzione in c.a.), Ernst Alexanderson (1910 trasmettitore o.c.), J.L. Baird (1926 televisione), V.K. Zworykin (1931 tubo di ripresa), E.H. Armstrong (1935 radio FM), …. W.H. Brattain (1948 transistor),… K.S. Immink (1972 segnali digitali)…. e citiamo anche Massimiliano Bianchi (2009 raduno trasmettitori)!.

Rivisto così questo elenco, sembra veramente incredibile che in così breve tempo si sia potuto fare un “salto” tanto lungo! E i personaggi citati, scienziati che hanno dedicato anni e anni a studi, ricerche, sperimentazioni che comportarono sicuramente anche tanti sacrifici e amarezze prima di giungere a un risultato… che ad alcuni oggi potrebbe apparire scontato e banale ma che allora proprio non lo era! E insieme a questi personaggi citati, altre migliaia di persone hanno lavorato con impegno e passione anche senza raggiungere il successo e la notorietà. A tutti loro bisogna rivolgere n pensiero riconoscente! Certamente, se dovessimo scegliere, diremmo che due di loro ci sono particolarmente vicini: Samuel Morse e Guglielmo Marconi.